Il titolo scelto per la rassegna vuole richiamare la definizione di campo quale paradigma biopolitico della modernità, sostenuta da Giorgio Agamben in Homo Sacer. Campi è una rassegna di videoarte, dove gli artisti indagano attraverso la loro ricerca le dinamiche e le questioni inerenti alle migrazioni, agli sbarchi dei profughi, alle detenzioni nei campi, allo “stato di eccezione”. Il percorso visivo della rassegna pone l’attenzione anche sul non detto, rimasto sospeso e in sospensione tra le innumerevoli parole e immagini di politica e media in questi anni di grandi fenomeni migratori: Iorio e Cuomo hanno riflettuto sulle dirette televisive dall’isola più a sud d’Europa; Guy Ben Ner si è rapportato con profughi sudanesi e eritrei attraverso una lezione di cinema nel centro di detenzione per richiedenti asilo nel deserto del Negev (Israele); Regina José Galindo ha posto l’accento sulle contraddizioni mosse dai movimenti migratori haitiani nella Repubblica Dominicana; Adrian Paci ha dato voce al non detto rimasto impresso nella memoria del corpo di una donna palestinese, giunta da poco in Italia dalla Siria grazie ai corridoi umanitari; gli Invernomuto hanno realizzato una tragicommedia musicale italo-etiope-jamaicana, nata dalla vendicazione della morte di un soldato durante la missione di conquista dell’Etiopia da parte dell’Italia fascista; Gabriella Ciancimino ha posto l’attenzione sulle migrazioni dei semi delle piante pirata, portate dai venti dall’Africa in Italia.
In contemporanea alla rassegna è presente una mostra con opere fotografiche di Rocco Rorandelli, appartenente al collettivo fiorentino Terra Project e collaboratore con l’International consortium of investigative journalists e varie organizzazioni non governative. Gli scatti di Rorandelli colgono la sintesi del controverso rapporto tra realtà ed evasione dal reale, tra un evento drammatico e la sua spettacolarizzazione. Le sue immagini collegano il passato politico italiano ai problemi del presente e traducono il dramma delle migrazioni attraverso una terribilità poetica della forma e dell’astrazione.
Sono trasmesse anche alcune puntate di Radio Ghetto, un progetto di radio partecipata che dà voce ai braccianti che lavorano alla raccolta dei pomodori in Puglia, mettendo a nudo lo sfruttamento e l’isolamento di chi ha raggiunto il Sud Europa.
Nella realizzazione della rassegna, BACO_BaseArteContemporaneaOdierna ha coinvolto la bergamasca Cooperativa Ruah, che si occupa di accoglienza migranti, affinché la fruizione delle opere proposte abbia come utenti anche i soggetti primi delle opere scelte, per portare in luce e provare a mettere in discussione la radice europea e anglosassone della nostra cultura.
Il progetto “Campi” è stato realizzato in collaborazione con la Fondazione MIA di Bergamo e con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Bergamo, con il contributo della Fondazione Comunità Bergamasca, di A2A Energia S.p.a. e di BCC Bergamo e Valli.
Calendario rassegna video-opere:
21.10.2017 Sudeuropa di Iorio e Cuomo
04.11.2017 Combustibile di Regina José Galindo
11.11.2017 Escape Artists di Guy Ben Ner
18.11.2017 Rasha di Adrian Paci
25.11.2017 All’Allerbaggio di Gabriella Ciancimino
02.12.2017 Negus di Invernomuto
21.10 – 02.12.2017 Rocco Rorandelli. Campi migranti
Data e Ora
21/10/2017 / 10:00 - 12:30
Luogo
BACO