L’indagine di Solid Words prende spunto dal rinnovato interesse che la scrittura suscita negli anni Sessanta. Accanto alle ibridazioni tra immagini, trame di parole e segni grafici proposte dagli esponenti della poesia visiva, si assiste ad un progressivo accostamento della parola all’oggetto. Per comprendere l’origine di tale assimilazione concettuale, abbiamo scelto di analizzare il percorso di cinque artisti italiani – Vincenzo Agnetti, Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Emilio Isgrò e Maurizio Nannucci – che, attraverso l’utilizzo di medium differenti, hanno dato vita ad opere che uniscono la scrittura alla materia.
All’interno del percorso espositivo, impreziosito da opere storiche realizzate tra il 1970 e il 1985, si alternano oggetti e forme bi e tridimensionali che sviluppandosi nello spazio quasi come fossero sculture sprigionano energie e processi creativi coinvolgenti. L’impatto visivo che le parole imprimono sul supporto si fonde con gli elementi compositivi e i materiali di cui le opere si compongono. Il confronto serrato con la materia, si intreccia così, con il dialogo continuo che ciascun artista instaura con il proprio vissuto. Un vissuto che crea istantaneamente un intenso legame anche con chi osserva e interagisce con tali lavori.
Una mostra che vuole quindi porre l’attenzione del visitatore su un modo diverso di guardare alle cose, di vedere le cose, invitandolo ad interrogarsi sulle contaminazioni che la parola accostata al supporto oggettuale ha la capacità di innescare.
Data e Ora
30/11/2016 / 00:00
Luogo
Osart Gallery