Nel 2003, Giuseppe Alleruzzo decise di condividere l’allora suo studio/abitazione di Via Modenese, nella zona periferica di Pistoia, con altri amici artisti creando un momento di riflessione e confronto tra loro e il pubblico. La manifestazione Uscita Pistoia esaurì il suo carattere spontaneo nel 2006, dopo quattro appassionanti edizioni a cui parteciparono artisti quali Mario Airò, Marco Bagnoli, Gianni Caravaggio, Loris Cecchini, Flavio Favelli, Phillip Lai, Christiane Löhr, Eva Marisaldi, Sabrina Mezzaqui, Maurizio Nannucci, Alfredo Pirri, Remo Salvadori, Vedovamazzei, Luca Vitone, Shizuka Yokomizo e molti altri. Nacque così la galleria SpazioA, esigenza quasi obbligata per Alleruzzo di collegare Uscita Pistoia ad una possibilità professionale da vivere con la stessa energia della precedente esperienza d’artista.
Quest’anno le due vicende si uniscono idealmente in una nuova avventura che, nel mantenere il nome della passata esperienza, intende rinnovare in una dimensione di sperimentazione l’utilizzo degli spazi di via Modenese, con l’intenzione di creare un luogo destinato a interventi e residenze per artisti molto giovani, che abbiano concluso da poco o si apprestano a farlo, esperienze formative nelle più qualificate istituzioni di formazione pubbliche e private italiane e straniere.
Il primo progetto a carattere tematico è affidato a Stefano Coletto, curatore alla Fondazione Bevilacqua La Masa, che organizza Spazio Chiuso, un insieme di iniziative che si svolgeranno tra il 2009 e il 2010. Il nome nasce dalla volontà invitare gli artisti che verranno coinvolti ad una riflessione sul senso e sulla problematica di uno spazio che si vuole mantenere attivo, ripensando la natura di quel luogo e in generale “del” luogo espositivo. Sarà l’artista coreano Hyo June Lee a inaugurare la nuova esperienza, realizzando lavori frutto di una meditazione sulla natura profonda dell’uomo, che saranno visitabili alla riapertura, il 25 Giugno alle 20:00. La seconda mostra inaugurerà a Settembre e sarà una collettiva che cercherà di negare dall’interno questo spazio. Gli artisti penseranno, quindi, a dei lavori e ad alcuni progetti al limite della presenza e della osservabilità tradizionale.