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Vortex: in Limine Mundi di OPIEMME

Cecilia Paccagnella

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Opime, Vortex: in Limine Mundi,Galleria Burning Giraffe Art Gallery (Torino) 2019.

Il limite spaziale che divide il suolo terrestre dal cielo e ciò che sta oltre è superato dall’artista OPIEMME, attraverso l’acquisizione di un concetto espresso dal biologo e divulgatore scientifico Giuseppe Sermonti, il quale sosteneva che l’alfabeto, come lo utilizziamo noi occidentali, derivasse dalla contemplazione delle stelle in tempi primordiali. Questa dichiarazione ha illuminato il percorso artistico del pittore presentato dalla Galleria Burning Giraffe Art Gallery (Torino) con la mostra Vortex: in Limine Mundi, e gli ha permesso di unire due vocazioni – la pittura e il lettrismo – su di un unico supporto. Affascinato da sempre dalle parole e dalla poesia, OPIEMME, su queste tele di varie dimensioni, dà vita, secondo una sua personale interpretazione, a questa visione del mondo, in cui la parola è approdata sulla Terra dopo l’esplosione di stelle distanti anni luce. La mostra presenta questi due poli in modo speculare, ponendo da un lato dipinti più astratti e dall’altro opere più figurative. Il cielo e l’universo sono rappresentati attraverso il nero di una bomboletta spray, dal quale le stelle emergono bruscamente attraverso una commistione di macchie di colore stese mediante la tecnica del dripping. A loro volta, le lettere sembrano scaturire da questo “big bang” di colori, per poi staccarsi dal nucleo centrale e fluttuare nell’infinità del nulla cosmico. Le tele, di dimensioni ridotte, si focalizzano su un evento alla volta e, poste in sequenza sulla stessa linea visiva, sembrano presentare l’universo in modo spezzettato, permettendo all’osservatore di concentrarsi e poter analizzare ogni singolo avvenimento, rendendolo unico nel suo piccolo.

Compiendo pochi passi, queste lettere raggiungono la Terra, sulla parete di fronte, e l’artista ce le presenta negli ipotetici stadi di aggregazione, a partire da quadri in cui esse sembrano essere appena approdate sul suolo terrestre, ancora sparse, fino a prendere forma e a concretizzare parole. Se il mondo astrale rimane su un piano embrionale e onirico, la Terra ci trasporta in una realtà più concreta e definita da meccanismi geografici e politici, che fanno dimenticare la spensieratezza delle lettere appena nate. Gli sfondi di questo lato della mostra sono definiti da fogli di giornale e cartine geografiche, sui quali l’artista agisce con il pennello immerso nell’acrilico nero, per parlare di una condizione umana che ha perso la propria umanità, ponendo confini invisibili fisicamente, ma idealmente talmente forti da imporsi come barriere insormontabili, in una contemporaneità in cui la migrazione e l’immigrazione sono le vittime principali. Ma questo discorso OPIEMME lo amplia andando a ricercare in epoche passate i semi che ci hanno portato all’attualità, attraverso, ad esempio, l’utilizzo di ritagli di giornali del 1913 o da cartine geografiche che ritraggono lo scheletro delle nazioni quando non erano ancora come noi le conosciamo oggi. Presentando tutti un argomento diverso, questi lavori, invece, vanno letti come tappe della storia, apparentemente procedenti, ma, in realtà, ci fanno vedere come i problemi permangono e tornano a galla nel tempo.

Il visitatore, di fronte a queste opere è invitato a fare un percorso mentale, che lo guida da una realtà “fanciulla” ad una verità tangibile maturata nel corso della storia, seguendo il percorso di una lettera che, come un neonato, cresce e impara a vivere, diventando parola, ma non si sa a cosa sarà destinata. OPIEMME, quindi, presenta la vita di una parola e dei suoi utilizzi, focalizzandosi su una specifica condizione sociale, dove sono le parole a creare le barriere, sia virtualmente sia fisicamente, con l’acrilico nero. Nonostante il nucleo centrale della mostra sia costituito da questa ambivalenza, la Galleria propone anche altre tre opere, non assimilabili alle precedenti, ma collegate tra loro tramite l’apparato visivo, poiché presentano le stesse caratteristiche (sfondo nero, figura colorata centrale e una parola – Eternity, Infinity, Destiny).

Opime, Vortex: in Limine Mundi,Galleria Burning Giraffe Art Gallery (Torino) 2019.
Opime, Vortex: in Limine Mundi,Galleria Burning Giraffe Art Gallery (Torino) 2019.
Opime, Vortex: in Limine Mundi,Galleria Burning Giraffe Art Gallery (Torino) 2019.
Opime, Vortex: in Limine Mundi,Galleria Burning Giraffe Art Gallery (Torino) 2019.
Opime, Vortex: in Limine Mundi,Galleria Burning Giraffe Art Gallery (Torino) 2019.
Opime, Vortex: in Limine Mundi,Galleria Burning Giraffe Art Gallery (Torino) 2019.
Opime, Vortex: in Limine Mundi,Galleria Burning Giraffe Art Gallery (Torino) 2019.
Opime, Vortex: in Limine Mundi,Galleria Burning Giraffe Art Gallery (Torino) 2019.
Opime, Vortex: in Limine Mundi,Galleria Burning Giraffe Art Gallery (Torino) 2019.
Opime, Vortex: in Limine Mundi,Galleria Burning Giraffe Art Gallery (Torino) 2019.
Opime, Vortex: in Limine Mundi,Galleria Burning Giraffe Art Gallery (Torino) 2019.
Opime, Vortex: in Limine Mundi,Galleria Burning Giraffe Art Gallery (Torino) 2019.
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Opime, Vortex: in Limine Mundi,Galleria Burning Giraffe Art Gallery (Torino) 2019.
Opime, Vortex: in Limine Mundi,Galleria Burning Giraffe Art Gallery (Torino) 2019.
Opime, Vortex: in Limine Mundi,Galleria Burning Giraffe Art Gallery (Torino) 2019.
Opime, Vortex: in Limine Mundi,Galleria Burning Giraffe Art Gallery (Torino) 2019.

Vortex: In limine mundi, personale dell’artista OPIEMME.

Fino al 16 marzo 2019

Galleria Burning Giraffe Art Gallery

Via Eusebio Bava 8/A, 10124, Torino

Tags: Galleria Burning Giraffe Art Gallery (Torino) OPIEMME Vortex: in Limine Mundi

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