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Quando per abbattere un confine basta un gioco. L’altalena che attraversa il muro.

Isabella Carlizzi

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Tutto ha avuto inizio poche ore fa su Instagram, il famoso social per la condivisione delle immagini dove il video ha già avuto oltre 40.000 apprezzamenti e condivisioni, letteralmente a livello planetario.

Su tutti i media del mondo, ormai praticamente ovunque, stanno comparendo le poetiche immagini dell’installazione diventata virale, che mostra bambini, adolescenti, donne e uomini, intenti a giocare da una parte all’altra del muro invalicabile che separa Stati Uniti e Messico, all’altezza di Sunland Park nell’area di Ciudad Juaréz. Stiamo parlando dell’iniziativa dell’architetto americano Ronald Rael professore all’Università di Berkeley, che l’ha giustamente definita: “Una delle esperienze più incredibili della mia carriera!”.

Forse l’opera più commovente e politicamente significativa di questa stagione recente.

Delle altalene fucsia su cui si dondolano inaspettatamente dei bambini, loro malgrado separati da una linea di confine apparentemente insuperabile. Un muro fonte di lacerazione, conflitto e ingiustizia viene trasformato, abbattuto, per pochi ineffabili momenti da un semplice gesto, il tempo di dondolarsi, di scivolare in alto verso il cielo e poi di nuovo. E quello che è uno dei principali drammi della contemporaneità viene incredibilmente “ammansito” da un gioco, che diventa per un attimo un intero trattato di filosofia umana. E un muro implacabile viene riportato indietro nell’ordine delle priorità, per una volta, superato in altezza dalla volontà di vivere, giocare, essere felici, essere insieme. Un gioco di bambini per sconfiggere il cinismo e per darsi ancora una possibilità come esseri umani. La possibilità di tornare a essere etici, proprio ritrovando quel senso di innocenza smarrita in questa aspra stagione di conflitti dolorosi, per radunarsi intorno a un’altalena apparentemente innocua e riscoprire un sentimento semplice che ci avvicina. Tutti uniti, da una parte e dall’altra, dallo stesso destino sulla stessa terra anche se amaramente separati. E sembra incredibile a vedersi, a pensarsi.

Il progetto si chiama Tettertotter wall e i primi disegni risalgono al 2009, Rael insieme a Virginia San Fratello collega di Università hanno finalmente visto realizzato il loro progetto, la loro idea per regalare al mondo un messaggio, una riflessione incredibile di fratellanza, un inevitabile senso di comunità che nasce dal fortissimo effetto di straniamento e di assoluta reinvenzione che una circostanza del genere può scatenare.

“Il muro è diventato il fulcro delle relazioni Usa-Messico e i bambini e gli adulti sono stati collegati in modo significativo da entrambe le parti con la consapevolezza che le azioni che hanno luogo da una parte hanno una conseguenza diretta dall’altra” ha scritto su Instagram Ronald Rael.

https://www.instagram.com/p/B0fY2R6hfKr/

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