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Sabrina Mezzaqui

Sabrina Mezzaqui, Giocatori di perleIn occasione della sua quarta personale presso la Galleria Minini, attinge a diverse tradizioni filosofiche, religiose, letterarie per impostare una mostra-biblioteca. Tutti i lavori presentati nascono infatti da libri che l’artista ha letto e reinterpretato. Le modalità di elaborazione e manipolazione dei volumi in mostra sono quelli che l’artista ci ha, negli anni, insegnato a riconoscere come segnali essenziali della sua poetica: ritagli delle righe di testo, forme di origami utilizzando le pagine dei libri, copiatura manuale degli scritti, ricami.
Ogni libro trova la sua forma o immagine più consona in base al proprio contenuto, e allora le pagine dei testi buddisti diventano una ruota, le pagine della Genesisvelano un piccolo pianeta, le righe di Alchimia si trasformano in una sorta di alambicco, le frasi di Zhuang-zi si illuminano, le lettere tra Arendt e Heidegger sono ricamate, i Quaderni di Simone Weil vengono copiati a mano e le sovra-copertine di lana sono lavorate a mano, Teoria e pratica della non-violenza farà da schermo per una piccola videoproiezione in cui l’immagine poggia sul testo e, infine, Il giuoco delle perle di vetro diviene una combinazione di perle in cui ciascuna perla è formata delle righe di una pagina del romanzo.

…seguendo l’esempio dei semplici pallottolieri per bambini, si costruì un telaio con alcune dozzine di fili tesi sui quali poteva allineare perle di vetro di diversa grandezza e forma e di diverso colore. I fili corrispondevano al rigo musicale, le perle alle note, eccetera. Così con perle di vetro formava citazioni musicali o temi inventati, li modificava, li trasponeva, li sviluppava, li modulava o vi contrapponeva altri temi…
…Un giuoco poteva, per esempio, prendere le mosse da una data configurazione astronomica o dal tema di una fuga di Bach o da una tesi di Leibniz o dalle Upanishad, e da questo tema, a seconda delle intenzioni e dell’ingegno del giocatore, l’idea conduttrice che ne era evocata poteva o continuare e ampliare la sua espressione o arricchirla con reminiscenze di idee affini…

Chiude la mostra un progetto stampato in serigrafia in 100 copie numerate e firmate, con copertina sempre diversa e unica, Collana di quaderni e giocatori di perle: sul fronte di ciascuna pagina l’immagine di uno dei quaderni che l’artista ha prodotto dal 1998 ad oggi  e sul retro una raccolta di citazioni dai testi presenti in mostra.

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Roberto Sala

Art director della rivista Segno insegna Grafica editoriale all'Accademia di Belle Arti di Brera