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Addio ad Enrico Pedrini

Per il mondo dell’arte è ancora “tempo di addii”: Il 19 aprile scorso, a Genova, Enrico Pedrini ha lasciato gli amici. Nato a Montesano di Filighera (Pavia) nel 1940, è stato attento interprete e collezionista, ma soprattutto un appassionato del mondo dell’arte. Fin dal 1969 si è interessato al movimento dell’Arte Concettuale seguendo gli artisti Bernar Venet, Art&Language, Victor Burgin, Giuseppe Chiari, e al Movimento Antropologico nei lavori di Claudio Costa e Antonio Paradiso. Ha seguito come studioso, collezionista e recensore di testi, i vari movimenti Dada, Fluxus, Minimal, Arte Povera, Azionismo Viennese,  Subway Art.  Tra i suoi libri più interessanti sono da ricordare: “John Cage Happening & Fluxus” (1986), “La Macchina Quantica e la Seconda Avanguardia” (1989), “La freccia evolutiva dell’Irreversibilità” (1991), “Utopia del Possibile”(1993), “Lineare-Non Lineare” (1998), che sviluppano la tesi secondo la quale esiste un parallelismo ed una interazione tra i saperi della Fisica Einsteiniana e l’Avanguardia  Storica degli anni 1908-20. E’ stato anche un assiduo sostenitore del movimento della Graffiti Art Americana e promotore di varie e importanti mostre in Italia ed all’Estero, curando anche il Padiglione di Taiwan alla Biennale di Venezia nel 1995. Noi di Segno lo ricordiamo come solerte collaboratore, ma soprattutto come amico sincero e generoso. Ciao Enrico!

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Roberto Sala

Art director della rivista Segno insegna Grafica editoriale all'Accademia di Belle Arti di Brera