Nell’ambito della sua prima personale HEIM JUST presso la galleria T293, Fabian Herkenhoener sviluppa ulteriormente il gioco tra casualità e autorialità che ha sempre informato la sua ricerca tramite la tecnica surrealista nota come ‘cut-up’. Utilizzata in letteratura anche da T.S. Eliot e da W. Burroughs, tale tecnica consiste nella rifinitura e mixaggio random di parti del testo al fine di creare una nuova opera: in questo caso però il mixaggio avviene grazie a un software che opera su testi precedentemente selezionati dall’artista e che comprendono anche i suoi stessi scritti. Herkenhoener ha coniato per la sua pratica artistica l’espressione ‘testo processuale’ (‘processing text’), essendo la sua una ricerca generatrice di testi strettamente legati al contesto da cui sono nati, ma soprattutto la cui natura non è totalmente dipendente dalle mani di chi li ha generati. Il risultato di questa processualità è la creazione di un linguaggio casuale, avulso da ogni ordine razionale e da qualsivoglia gerarchia semantica, che tuttavia apre a nuovi orizzonti di senso. L’artista cerca infatti di costruire nel dipinto, come anche nei suoi graffiti, un contesto visivo che esalti le potenzialità emozionali e spirituali di questo linguaggio privo di logica.
L’aspetto processuale della pratica artistica di Herkenhoener va oltre la scelta del contenuto per i suoi lavori (i testi per l’appunto), e concerne anche la forma stessa del suo fare pittorico. In particolare, nelle sue ultime opere in mostra, le parole e gli estratti di questi poemi generati casualmente si dispiegano sulla tela assumendo forme geometriche o traducendosi in strutture a griglia che esaltano le dinamiche mentali come anche i gesti che li hanno prodotti. Spesso, persino lo sfondo delle tele -il ‘contesto’ visivo su cui si dispiegano questi versi in libertà dal sapore tardo decadente- esula dal controllo dell’artista. Il suo è un gioco con il caso che a volte trascende il testo, per informare esclusivamente il modo in cui il dipinto è stato generato.
Nella pratica artistica di Herkenhoener, la frammentarietà dei significati spesso corrisponde alla dissoluzione dello stesso oggetto artistico che occasionalmente prende la forma di un dipinto, di un film o di una performance: forme poi riarrangiate dall’artista in modo tale da essere l’una complementare alle altre. Presso T293, oltre ai nuovissimi dipinti e interventi a muro realizzati secondo le proprietà architettoniche della galleria, sono presentati anche lavori video creati appositamente per il progetto HEIM JUST. Alcuni di questi ritraggono l’artista mentre lavora nel suo studio; altri invece sono riprese a camera fissa di statue o paesaggi non ben identificabili. Questi lavori mettono senz’altro in evidenza la processualità tipica della ricerca di Herkenhoener, esaltando il contenuto di tutta l’opera dell’artista che si rivela come una riflessione sulla condizione umana, sul cambiamento perenne ma sempre apparente che riguarda l’umanità come anche il mondo circostante.
Questi dilemmi vengono poeticamente sussunti nella frase HEIM JUST che dà titolo all’intero progetto e che traduce dal tedesco l’espressione ‘appena arrivato a casa’: espressione che indica un arrivo, ma anche una transizione; è l’espressione di un attimo all’interno di un percorso che non si è ancora concluso, e che lega tra loro parole lontane semanticamente; il ritirarsi di una sensibilità che ha voluto sporgersi verso le complessità del mondo, ma che ha anche trovato il modo di ricavarne un senso proprio grazie al rientro nella propria intimità.
Data e Ora
14/12/2016 / 19:00 - 21:00
Luogo
T293