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Irine e Otto

Irine e Otto, iniziarono a stuprare le galline nell’allevamento fuori città. Urla, denunce e starnazzi non impedirono loro di continuare tale indegna attività all’Accademia di Belle Arti di Vienna e di Belgrado e poi nel Wiener Aktionismus, un movimento artistico e politico, ricordato nel più ampio campo della Body, che tra gli anni Sessanta e i Settanta, lavora intorno al corpo come oggetto della repressione sociale e che annovera tra i suoi protagonisti Hermann, Gunter, Otto, Arnulf.

Fuggiti dalla società di psicoanalisi correvano a canzonare le prostitute nei viottoli lungo la valle del Danubio, nella Wachau, tra Durmstein fino a Krems [au der Donaic]; i loro scooter sgommavano fra la ghiaia sbandando. Le borsate e scatolette di colore in testa non li facevano desistere; si divertivano molto. 

I giornali di cronaca letti furtivamente e continuamente scambiati eccitavano le loro fantasie,iniziarono a prendere come oscuro oggetto dei loro desideri la Segretaria della Rivista di Psicoanalisi, una ragazza Karina, ventenne ed emancipata, decisamente emancipata rispetto alle sue coetanee. La possedevano in gruppo e a rotazione in un diroccato casolare abbandonato, si possedevano a vicenda, cagavano sul Simposio, tradotto da Marsilio Ficino, ruttavano nelle Ceneri di Gramsci [di Pier Paolo Pasolini] – facendo a gara col Porcile o le 120 giornate di Sodoma  e si sbrodolavano sui resti delle mutande e delle culottes di Irine. 

Lei forse inconsapevolmente ne era accondiscendente. Con ancora impresse in mente le sequenze di un suo film, Otto e la Rossa, escogitavano i giochi più truci! 

−Mi piacerebbe molto giocare con te – disse soave Otto alla ragazza dell’Accadenia di Vienna: Valie giovane bambina quindicenne, procace sessualmente e terribilmente scaltra.

−Sarebbe il caso di attendere che  quei benedetti galleristi e mercanti se ne vadano – rispose ironico Otto.

−Così iniziò l’avventura dei due. Tra escursioni in campagna, salti negli spazi dell’happening, amori fugaci, droghe rabbiose e socratiche e profonde notti d’amore. 

Erano soliti passarle nello studio di lui senza tante esitazioni,imbarazzi, vergogne e via dicendo. 

La raggiungeva semplicemente nella sua dimensione e si vedevano, si incontravano, non facevano altro che copule, copule e copule: i liquidi organici, le ferite, il sesso e tutto quello che attiene alla dimensione corporea, passavano attraverso il filtro controverso della mente e della performance, recuperando impulsi latenti e spezzando barriere inconsapevoli, oltre ogni tabù. 

Giocavano a “Risiko”, si pizzicavano, progettavano orge, suonavano strumenti e musicassette e si amavano. 

Lui riusciva a reggere le sue voglie di performer,le sue insaziabili voglie trattenendo il respiro ed evitando di distrarsi. Aveva imparato con il tempo che la concentrazione era il segreto dell’orgia per far sì che Irine gli sorridesse. Festa collettiva, caratterizzata da promiscuità  fisica e artistica, per rientrare nell’economia del sacro dove l’eccesso rappresenta il modo con cui si cercava di mettere in circolazione energia vitale. Gli eccessi rappresentano una parte precisa e salutare nell’economia del sacro. Spezzavano le barriere fra Otto, Irine e il mondo degli Dei che li circondava; aiutavano la circolazione della forza della vita, dei germi, da un livello all’altro, da una zona all’altra dello studio, degli obiettivi, delle macchine da presa a tutte le altre. Quel che era vuoto di sostanza si sazia; il frammento si reintegra nell’unità; le cose isolate, velocemente, si fusero nella grande matrice universale. L’orgia fa circolare l’energia nuova dell’arte. L’orgia vede nell’arte quella trasgressione del limite che organizza l’erotismo al di là della sessualità animale; valicando ogni limite, piegando ogni pagina di un libro; l’orgia fa precipitare l’ordine verso il caos;il movimento della festa artistica assumeva nell’orgia quella forza scatenata che generalmente coincide con la negazione di ogni limite. L’arte è di per sé negazione dei limiti della vita imposti dal lavoro, l’orgia è il segno di un completo travolgimento. Non era certo un caso che durante le ammucchiate,di Otto e Irine, l’ordine artistico e sociale venisse rovesciato, e il padrone servisse lo schiavo, e lo schiavo se ne stesse disteso sul letto del padrone. Fu in questo senso che l’orgia, quale che fosse il disordine da essa scatenata, nello studio di Otto, organizzò l’erotismo al di là della sessualità animale … “L’orgia,ripeteva Otto,non si orienta verso la religione fasta,la sua efficacia si manifesta nel lato nefasto; richiede la frenesia di Irine, la vertigine e la perdita di coscienza di Valie. Si tratta di impegnare la totalità dell’arte di Hermann e non oppone più nulla alla scatenata proliferazione della vita. Tale immenso scatenamento parve divino. Tanto innalzava l’artista al di sopra della condizione cui s’era spontaneamente condannato. Disordine di grida, disordine di gesti violenti e di danze, condotte da Irine, disordine di amplessi, disordine infine di sentimenti, artisticizzati oltre ogni misura da una convulsione di Arnulf. Le prospettive della perdita rendevano necessarie queste fughe nell’indistinto, arte e oscuro,  in cui gli elementi stabili dell’attività umana scomparivano, in cui non v’era più nulla che non si confondesse con l’Orgia medesima, con l’Orgien Mysterien Theater”. 

Erano giovani ma svegli. Sapevano delle difficoltà che prima o poi li avrebbero raggiunti. Erano preoccupazioni che leggevano sui volti dei partecipanti alle Orge, in quella sede esuberante della comunità hippy a Friedrichshof, ogni giorno, a pranzo, una volta tornati dal lavoro o dai corsi pomeridiani dell’Accademia di Vienna! Prima o poi sarebbe toccato anche a loro e lo sapevano  perfettamente. Giravano in vespa cercando di non pensarci. Si sentivano aiutati dal vento che ripuliva quel corpi nudi  a Friedrichshof! Lei chiudeva gli occhi ed aggrappata a Otto liberava la sua mente dai pensieri di Marx, Freud e soprattutto W. Reich. 

Giocava con il suo corpo come se suonassi un violino; la sua bianca schiena si rigava sottilmente nel muovere i secchi di sangue e il miele mescolato al latte, i movimenti del suonatore e i colpi secchi dello scopatore. Il profumo di lavanda esalava la sua pelle accaldata ed eccitata: la macchina fotografica,in effetti, la faceva accendere e rabbrividire. Sorrideva pudica al gioco a cui si prestava. La chiamavano da casa per farla venire a Friedrichshof e Irina arrivava senza tante esitazioni; sentirsi sedotta la faceva sentire giovane. Essere oggetto di premurose attenzioni, che puntualmente riceveva da Otto, non la faceva essere riluttante e titubante. Nel divano color antracite sembrava di stare in un’isola quasi da salvaguardare nell’oceano dell’irrazionale l’estetica dell’Happening. Con lei, Otto,recuperava la razionalità: ecco perché non poteva fare a meno di Irine.

La stanza adibita a studio era spaziosa e richiamava per il suo disordine e la sua caoticità l’inferno dionisiaco;come aspirante performer mi sentivo demoniaco, e questo stato mentale riversavo nello scaricare molta libido con i sacerdoti della performance. Il movimento ondulatorio che esercitavo nel suo dorso richiamava quello copulatorio. Apoteosi della mia ossessione!

Avrebbero vissuto insieme un giorno, ne erano sicuri, magari attraverso l’Altro, l’Altro che non c’è e mai si riconosce, ne erano sicuri e l’uno accanto all’altro li avrebbero affrontati senza timore. 

Di questo era convinta e riusciva a star meglio. 

Le vibrazioni della vespa in corsa la fecero aggrappare, ancora, a Otto, lo desiderava talmente da tentare di sedurlo. Iniziò ad ancheggiare premendo il suo ventre nel suo fondo schiena, strinse le sue braccia attorniando il suo torace e lo attese. 

S’accorse che era l’ora di orgia, l’orgia era a loro disposizione, il letto lo avrebbero rifatto più tardi. Cenarono con degli spaghetti al tonno e della cioccolata calda: le uniche cose alla loro portata. E fin fine, prima della chiusura della comunità e dei sette anni per pedofilia a Otto, sorrisero, sorrisero – a Friedrichshof, risero – , per  quell’eccentrico contrasto gastronomico …  

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