“Il museo ha bisogno della partecipazione del pubblico alla sua vita, come il pubblico ha bisogno del museo, se vuole veramente partecipare alla vita della propria epoca”, così scriveva Franco Russoli nell’81 in un testo intitolato Il Museo nella società. Pensando al museo temporaneo navile, primo museo di quartiere in Italia scaturito da un progetto di due artisti – Silla Guerrini e Marcello Tedesco – ed inaugurato a gennaio di quest’anno nella zona Bolognina, area multietnica e densamente popolata del capoluogo felsineo, questa affermazione si sposa bene. Uno spazio minimale nato all’interno della Trilogia Navile parzialmente perimetrato da ampie vetrate con un’illuminazione perenne che permettono al cittadino che vi passi accanto, anche nelle ore di chiusura ed in maniera inaspettata, di fermarsi e guardare all’interno. L’mtn risponde a criteri di democrazia, dinamismo ed apertura per un’arte che si pone come esperienza inclusiva e non elitaria e che si fa promotrice di progetti partecipati e discussi, in un work in progress che si inserisce in un discorso orizzontale nel rispetto della diversità, caratteristica preziosa ed inesauribile risorsa. Due le aree presenti nel luminoso open space (la main room e la project room) delimitate da una linea nera sul pavimento a rimarcare un labile confine tra i due spazi facilmente attraversabili e, quindi, sempre in dialogo, dove ogni gerarchia è abolita e dove convivono una pluralità di linguaggi in una costruzione non autoreferenziale che mantiene un saldo legame con la vita. La main room è stata pensata per accogliere 5 progetti site-specific volti ad indagare il tema del territorio. Inaugurata con la mostra Mater panis di Silla Guerrini e seguita da Concrezioni dal nuovo millennio di Niccolò Morgan Gandolfi, attualmente ospita l’allestimento La natura delle cose degli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Bologna del corso di Arti Visive del Prof. Luca Caccioni, mentre a settembre sarà la volta di Monica Mazzone. L’adiacente project room accoglie, anche in questa seconda edizione, una selezione di una decina di opere eterogenee appartenenti a vari artisti che partecipano con un lavoro che si dà come sintesi del proprio territorio estetico: lo spazio diventa “un’arca dei linguaggi” in cui convivono estetiche eterogenee in un confronto critico ed antiretorico. Dopo essere stati visibili negli spazi del mtn per un mese, questi lavori possono essere richiesti per altri 30 giorni a casa da ogni cittadino che fosse interessato a un’esperienza diretta e non mediata in linea con la poetica del progetto; quest’originale idea di museo domestico e dislocato sviluppa perfettamente il principio di democraticità avvicinando all’arte anche colui che non è un “addetto ai lavori”. Il laboratorio della project room è concepito, come osserva il curatore Marcello Tedesco, “secondo una modalità scultorea. Così come Beuys parlava negli anni ’70 di scultura sociale, qui si tratta di una scultura immateriale costituita da relazioni, dove le scelte vengono fatte con le Istituzioni ed i cittadini”. Ecco allora il delicato dittico di Lucia Lamberti che, partendo da un’osservazione diretta del mercato ortofrutticolo del Navile e precisamente dalla tettoia Nervi dove giacciono abbandonate le macchine movimento terra, si è soffermata sul pavimento di questi depositi: ne è scaturito uno studio che riproduce con acquerelli e tempere il suolo, le sue stratificazioni di polvere (un pretesto, in realtà, per parlare di temi cari all’artista quali l’entropia, le trasformazioni, i passaggi dall’astratto al concreto). Si passa poi a Gomea Kalap, cappellino con visiera costituito da funghi conciati di Namsal Siedlecki, un lavoro che fa convergere in un oggetto d’uso comune la cultura contemporanea ed una tradizione antica appresa in Transilvania destinata a scomparire. Si prosegue con l’opera pittorica dalle predominanze grigio blu ottenute da bitume e vivianite su lino di Giulio Saverio Rossi, dal titolo poetico Umor acqueo, e con le fotografie scattate nei dintorni del museo immortalanti la natura di Lavinia Bolognini alle quali l’artista ha modificato il codice binario inserendo delle canzoni o delle poesie, venendo così a creare affascinanti distorsioni, strane interferenze nella lettura delle immagini che si traducono in colori, sovrapposizioni inaspettate. Ed ancora: l’opera concettuale di Corrado Levi – personalità sfaccettata della cultura italiana – e la scultura in legno e cartapesta di Moe Yoshida, raffigurante un enteropneusta che vive sulle rive e mangia ed espelle sabbia, metafora della vita e degli uomini che si nutrono di sogni senza i quali non potrebbero andare avanti e la cui forma simile ad una gru-proboscide conferma quanto detto: in un mare di desideri, questo essere vermiforme, scava la sabbia per raggiungere sogni probabilmente irraggiungibili. Nella project room sono inoltre presenti, un dipinto realista di Giovanni Blanco, un lavoro aniconico di Lorenzo Di Lucido, interessato da sempre al connubio luce-colore, una scultura ovale in marmo di Carrara e cera del 2016 di Attilio Tono ed un’opera di Menin-Perghem.
mtn rientra tra i 5 progetti finalisti Unesco Giovani Pitch Night, un’iniziativa per la cultura che proclamerà il vincitore nella serata di giovedì 20 giugno presso il Dipartimento Arti Sperimentali di Bologna.
Territori
Project room
7 giugno-28 giugno
Artisti: Giovanni Blanco, Lavinia Bolognini, Lorenzo Di Lucido, Lucia Lamberti, Corrado Levi, Samuele Menin, Fabrizio Perghem, Giulio Saverio Rossi, Namsal Siedlecki, Attilio Tono, Moe Yoshida.
mtn – museo temporaneo navile
Via John Cage, 11/a – 13/b – 40129 – Bologna
orario: martedì, giovedì e sabato dalle 15:00 – 19:00.
ingresso gratuito
tel: +39 339 5059717
email: info@museotemporaneonavile.org
sito: www.museotemporaneonavile.org