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Unexpected Vision

Nell’ambito della Notte bianca per la cultura, organizzata dall’assessorato alla cultura del comune di Pescara, sabato 20 dicembre, a partire dalle ore 18,00 all’Ex-Aurum di Pescara, verrà proiettata Unexpected Vision la rassegna video d’arte internazionale dalla XVII Biennale d’arte di Penne 2013. L’evento prodotto dal MUSAP (Fondazione Musei di Penne) a cura di Antonio Zimarino “vuole sottolineare l’effetto di destabilizzazione e dissociazione che la video arte può realizzare, rispetto all’ambiente e a i contesti in cui viene posta. I video scelti tentano di disporre la persona alla dilatazione del tempo interiore e a percezioni estetiche capaci di riorientarla verso una interiorità partecipativa. Possono così proporci una sorta di pausa interiore, una sospensione nel gioco vorticoso delle relazioni, in modo da poter naufragare per un attimo nell’immaginazione poetica, liberandoci dalle costrizioni del dover essere. Le visioni inattese dell’arte, consentono il “ritorno a se stessi”, il recupero dello spazio della coscienza e della possibilità.”

 

 

Artisti e sinossi delle opere

Pier Giorgio De Pinto – (Switzerland – Italy)                    Digital fingerpaint   2.50                (2013)

Autoritratto inteso come trasformazione. Un tentativo di trasformare i pixel digitali in una sorta di pittura digitale/digitalizzata. Un omaggio al mio lavoro dove solitamente combino performance dal vivo con i nuovi media digitali interattivi. Il titolo è un gioco di parole sul nome dei “colori per dita” o “colori digitali” usati dai bambini che non sono nocivi per la salute. Di solito i bimbi smettono di giocare sulla carta con i colori e cominciano a mettere la pittura su di loro. Il contrasto tra il set di bianco e nero e la vernice colorata flou rende l’idea ancora più forte.

 

Ryan Spring Dooley            ( USA – Italy)                         O’Conner                              8.10                (2013)

Il video di Ryan Spring Dooley è direttamente ispirato alle atmosfere metamorfiche che avvolgono i racconti della scrittrice americana Flannery O’Connor. Le visioni si compenetrano continuamente, le figure danzano, le associazioni di immagini paradossali vivono dentro il ritmo veloce di un unico movimento. Lo stop-motion permette di percepire il montaggio dei disegni schizzati da un tratto netto ed essenziale, come favola cosmica e surreale: immagini di uomini, animali, piante e città sembrano partorirsi l’una con l’altra. Ogni cosa possiede in sé qualcosa che lo connette al tutto e continuamente percorre (anche graficamente) la suggestione di quello stimolo. Il processo si placa nell’intimità di una casa, nel calore di un abbraccio. Lo studio del suono accompagna emotivamente e percettivamente la narrazione animata: da una work-song degli schiavi neri d’America, al blues più puro (parte della cultura nativa di Flannery O’Connor), al rumore di una puntina su un vecchio vinile che lega le sequenze del video, ai rumori della città, al finale tepore del silenzio.

 

Serena Porrati                    (UK)                            Patterns of decay an dissolution           3.42     (2014)

In winter, fibrous flowering plants dry up and progressively fall toward the ground. This decaying process generates temporary and segmented shapes, made of tangled sterns that stand out with their complexity. The film is made of a few sequences where both frame and camera movements are dictated by the trail of these short-term structures. The film is an implied manifestation of the invisible forces that generate the landscape.

 

Massimo Vitangeli             ( Italy)                         Fuali               (Musiche – Tu’m)                   22,4               (2010)

Il Progetto FUALI parte dall’ermeneutica di Heidegger (Essere e tempo), dalla Fenomenologia della percezione di Merleau-Ponty, e dalle teorizzazioni filosofiche – antropologiche di Franco La Cecla nel suo concetto del Perdersi. Il progetto è costituito da quattro video Sahel – Sarg – Geble – Tell. Per i Gourmantchè di Gobnangou del Burkina Faso, Fuali non è un territorio definibile, ma uno spazio i cui confini si muovono, variano in funzione del momento. i Mauri, che popolano i vasti spazi del Sahara Occidentale, danno dei nomi ai diversi spostamenti del terreno delle dune. Questa nomenclatura è in considerazione dell’orientamento e del fatto che il terreno è pensato come un essere vivente e come tale sempre in movimento e orientato nelle quattro direzioni, in cui è diviso l’orizzonte, geble, tell, sahel, sarg.

 

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