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Voce o non voce? Punctum in/Contra Punctum

Gabriele Perretta

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Caro Lettore …

… se non sei ugolante ringrazia la natura, se lo sei, non disperare. A tutto c’è un rimedio nella vita. 

Chi ti parla è un ex ugolatore, che ha sofferto per ben 10 anni tutti gli avvilimenti e le umiliazioni che questo difetto comporta. Anch’io come te ho pianto moltissime volte, sono stato schernito e deriso, ho visto errare sulle labbra di chi mi ascoltava un sorriso ironico e beffardo, ho disperato e maledetto il giorno della mia nascita. Quante volte da ragazzo mi hanno messo fuori dall’aula, perché non potendo continuare la lettura o la lezione, preferivo ammutolire per non suscitare le risa dei compagni!

Non sarai più segregato dall’umanità, non dovrai più rifuggire dalla compagnia, non sarai oggetto di scherno e di risa in società, non ti chiuderai più in te stesso e nei tuoi pensieri, non sarai più triste e nervoso: sarai come tutti gli altri. 

Volendo potrai liberarti del tuo difetto con la massima facilità. 

Basta volere. La cosa è molto più facile di quanto tu possa credere. La via giusta è sempre la più facile,la più agevole. 

Se tu mi sentissi parlare, dubiteresti delle mie parole, non crederesti che io, sino al diciottesimo anno, sia stato tormentato da uno dei più gravi difetti di fonetizzazione. La mia fonetica era spaventosa. Eppure eccomi qua, con un suono facile, sicuro, disinvolto, con una rapidità tale nel parlare e nello scrivere poesie che pochi possono seguirmi non solo nelle parole ma anche nelleVariazioni Goldberg. Tutti  coloro che mi sentono non vogliono credere che io sia stato clavicembalista, pensano invece che abbia studiato oratoria, esercitandomi per molti anni. Eppure sono stato poeta sonoro e oggi ringrazio Dio di esserlo stato, perché per liberare me stesso, dopo molti tentativi, ho trovato un metodo semplice, facile per  mediare questo difetto.

E con questa mediazione anche tu puoi guarire, anche tu devi guarire.

E’ impossibile, applicando il metodo che ti insegnerò, che tu possa continuare a mantenere il balbettamento e non riuscire a trasformare il difetto in Arte della Fuga: è impossibile che tu non canti come un ex-poeta sonoro normale. 

E in te non ci sarà alcuna traccia delle antiche sofferenze, delle antiche imposizioni che hai subito costringendoti ad accettare i fonemi tradotti dalle immagini fotografiche. 

Da molti anni medito su questo metodo contrappuntistico, sobillo l’inverosimile: tutti ne hanno ricavato immensi vantaggi. 

Ho tenuto dei corsi nelle principali Università dell’Occidente. Il mio studio – Villa Leopardi – Roma, è il porto sereno e sicuro di quanti hanno bisogno delle mie fonetizzazioni. 

Resterai dubbioso dopo tutto questo?

Se il tuo scetticismo fosse duro a morire, perché la cosa ti sembra troppo bella, scrivimi; sarò lieto di darti più ampie e documentate  delucidazioni in merito, gratuitamente e senza alcun impegno da parte tua. 

Se sono diventati gli altri, poeti da strumenti sonori (Paul Celan,Ingeborg Bachmann,Glenn Gould,  Isidore Isou, Arrigo Lora Totino) perché non potresti divenire anche tu poeta? Perché rinunciare alle espressioni della tua parola, al tuo ritmo, al tuo punctum in/contra punctum. Perché vivere in una continua tensione nervosa e appartarti dai duetti, dai tuoi memorabili kammerkonzertOp.GO3052012? Perché non vuoi aspirare ad altre corrispondenze nella vita? Continuando a farti reprimere resterai prigioniero e schiavo di te stesso e delle relazioni violente che ti sei fatto passare addosso e che hai subito. 

Io, suono delle mie brame, io che ascolto solo io, sono qui per aiutarti e lo farò ben volentieri. 

Se leggerai queste pagine, noi diventeremo compagni ed io avrò la grande soddisfazione d’averti assistito a ritrovare la tua strada.

Quanti sono venuti da me, nel bacino del mio suono e con la disperazione nell’animo! Quanti sono ripartiti con il sorriso sulle labbra e con la parola facile e disinvolta!

A tutti ho dato un dono, il più bello che essi desideravano: a tutti questo metodo ha ridato speranza e fiducia di poter finalmente trionfare di tante difficoltà dalle quali erano stati soffocati fino a quel giorno. Non tutti s’intende sono partiti da me perfettamente guariti, ma sempre hanno ottenuto immensi vantaggi dalla fiacchezza e dalla falsità dell’immagine e se hanno seguito la strada che avevo loro tracciata, in breve tempo hanno raggiunto la meta di Ernest Bloch (Schelomo). Non bisogna mai disperare,perché la disperazione tarpa le ali e distrugge qualsiasi aspirazione; occorre avere fiducia, una grande fiducia in se stessi e nella bontà del metodo fonetico che si deve applicare molto fedelmente, nell’arte della fuga.  Se l’applicherai, sicuramente vincerai e in un domani più o meno prossimo anche tu sarai una persona normale. 

Dopo brevi cenni sul sonegma e le sue cause, ho voluto esporre in questa lettera in modo semplice e chiaro il mio metodo di variazione e di contrappunto, anzi di in/contra punctum, che da molti anni applico con grande soddisfazione per l’eliminazione del difetto dell’immagine sul suono … che non sia cinema, cinema puro, come direbbe Rudolph Arnheim. 

Quanto ti esporrò è frutto di lunghi anni di studio e di lavoro contro e in corrispondenza di Glenn Gould, è frutto di esperienza personale, perché esso è servito a liberare prima di tanti altri, me stesso e la mia identità dedalica (Dedalus). Ti ho detto tutto affinché tu possa trarre i vantaggi che desideri e che ben volentieri ti auguro. 

Trattandosi però di un metodo psico-fonico, poiché gli schizo-nemi, detti anche fonematrix, sono un difetto neuro-lirico, non puoi pretendere di guarire perfettamente e celermente da te stesso, a meno che, dotato di una grande forza di volontà, non sappia da solo ristabilire in te l’equilibrio e l’armonia tra i centri intellettivi, quelli poetici, quelli lirici, quelli musicali  e i centri  fonici, rotti da una forte sollecitazione esteriore.

Riuscirai in questo? Te lo auguro con tutto il cuore. A me basta infondere nel tuo animo la fiducia e la sicurezza che questo difetto si può estirpare totalmente. 

Avendo acquistato fiducia e sicurezza spontaneamente, nell’arte della fuga e nello stesso Bach, e con entusiasmo verrai da me per incontrare direttamente le mie glossolalie. Per te è un obbligo morale studiare Roman Jakobson, per me una grande soddisfazione imparare a memoria,magari in cirillico, la Nuvola in Calzoni di Vladimir Majakovskij.

Questa confessione è l’inizio del nuovo Contrappunto che proseguirà, qui a ragion veduta, più che aiutarti ad estirpare il difetto, infonderà nel tuo animo la convinzione che esso si può fluidificare, si può fonetizzare. Con l’aiuto dei miei nastri, di essi ti parlerò in seguito e di quelli che porteranno il target di Mr. Knapp, sui quali ho inciso le mie fonetizzazioni, troverai forse da te stesso la strada giusta da seguire. Ma non voglio darti eccessive illusioni, non voglio che domani, non riuscendo da solo nel tuo scopo, tu creda di essere stato ingannato dalla fotografia. No. Da solo, potrai riuscire ma dovrai avere molta costanza, quella costanza che purtroppo per un motivo o per l’altro non sempre avrai. 

E’ mio desiderio arrivare alla comprensione della massa la quale, spero, ne ritrarrà un grande beneficio, anziché rivolgermi all’intelligenza di pochi. 

Non mi sono mai dilungato in vane ed inutili digressioni, che servono solo ad ingombrare la mente ed a confondere le sonorità per la giusta fuga da questo difetto, ma ho detto le cose essenziali, sforzandomi di essere il più breve possibile. 

Tutto quello che espongo è frutto esclusivo dei miei studi e della mia esperienza:  

“Salve, Diamanda” disse Glenn il senza voce, accomodandosi sulla sedia da regista. 

“Salve Glenn” gli rispose Diamanda e entrambi stettero muti in attesa che il lamento cominciasse,era così da tanto tempo. 

Erano rimasti in pochi e tutti compressi in loro due, era la tipica situazione di visita della fine del bel canto.

Diamanda è da molto che non ci vediamo” Glenn alzò la voce ugolante, chissà perché lo chiamavano il senza voce, ne aveva ben due di ugole e una più  fonetica dell’altra.

Ascoltò Diamanda aspettando la sua risposta che avrebbe dato il via a tutto il gioco. 

“Diamanda io non voglio più proseguire, ho cantato a lungo con gli altri e abbiamo deciso di silenziarci per sempre”. Calco molto sulla parola per sempre, prese fiato e continuò quietamente “Mi dispiace per te e gli altri,sono ere ed ere avanti con quello che è diventato modo di esistere, anche lui è scomparso e noi avremmo dovuto seguirlo in quel momento”

“Ci siamo cantati tutto quello che c’era da catarsi dall’inizio del suono ad ora, abbiamo rivisto il nostro vecchio vinile con gorgheggi pieni di riverberi, abbiamo vissuto la sua fine, la sua esplosione e abbiamo distorto sonorità di altre galassie, ci siamo uniti a timpani letali, i nostri chiacchiericci non ci rassomigliano più, siamo stati noi e gli altri una sola voce, tutte le nostre cellule canore si sono amalgamate permettendo alle nostre anime di vivere in un unico enorme corpo, ci siamo divisi in due per questa forma di gioco che alleviava la nostra solitudine, senza la Poesia, sarà come divorarci, o forse ci siamo già divorati; ma tutto quello che c’è da sapere noi lo sappiamo e ciò ci basta. Addio Diamanda, tu per tutti”.

Diamanda si contorse e da tutto il suo corpo si sentirono voci che parlavano del commiato, un breve attimo e lui e gli altri non c’erano più. 

Allora Diamanda prese un grande megafono,si mise con la bocca davanti e concentro tutti i fonemidi Todesfuge, poi prese la sua registrazione e tirandola fuori dal registratore a bobine disse: “ti ho creato a mio riverbero e consonanza, inventati una storia”, e si risedette sulla poltrona da regista.

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