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Anime. Di luogo in luogo di Christian Boltanski al MAMbo

Il legame tra Christian Boltanski e Bologna è testimoniato dalla volontà dell’artista francese di ricordare la storia della comunità che vi abita a partire dalla propria vicenda biografica. Quest’ulima è infatti al centro della retrospettiva Anime. Di luogo in luogo, esposta al MAMbo fino al prossimo novembre, evento principale di un progetto più ampio che porta lo stesso titolo e che coinvolge diversi spazi e istituzioni della città felsinea. L’artista fa riferimento al proprio vissuto come in un racconto in terza persona, lasciando emergere temi universali che interrogano la memoria collettiva e confluiscono nei motivi più ricorrenti della sua poetica. Boltanski dunque pone in risalto anche in questo caso questioni come l’avvicendarsi della vita e della morte, incombente sull’esistenza umana, il dominio della casualità nello svolgersi degli eventi privati e collettivi, l’inesorabilità del tempo che scorre, la necessità di custodire la memoria di ciò che è stato.

L’evento Anime. Di luogo in luogo a cura di Danilo Eccher si svolge a dieci anni di distanza dall’ultima presenza dell’artista a Bologna verificatasi per la realizzazione dell’intervento permanente A proposito di Ustica, attualmente visibile nel celebre spazio dell’ex magazino ATC dove sono custoditi i resti del DC-9 Itavia precipitato nel 1980. L’altra occasione che ha visto l’artista operare nel capoluogo emiliano è stata la personale Pentimenti a lui dedicata, realizzata a Villa delle Rose nel 1997.

L’allestimento pensato da Boltanski per il MAMbo si configura come un lavoro inedito anche se composto da opere appartenenti alla produzione degli ultimi trent’anni. I venticinque lavori, scelti tra i più significativi della poetica dell’artista francese, evocano spesso le esperienze già vissute dall’autore in nel territorio bolognese. Gli specchi neri disposti sulle pareti della prima sala, per esempio, il ritmo del battito cardiaco udibile all’entrata, le lampadine sospese tra i velari della sala più grande ricordano in modo chiaro l’installazione ambientale ospitata al Museo della Memoria di Ustica. All’interno della mostra al MAMbo, tuttavia, allestita in modo da occupare per intero lo spazio museale, trovano un posto di rilievo anche opere recenti come Volver, la grande “montagna d’oro” realizzata con le coperte isotermiche che si usano nelle operazioni di primo soccorso, e Animitas (blanc), l’opera video che mostra centinaia di campanelli giapponesi legati a pali metallici tintinnare al vento. Entrambi i lavori appena descritti sono esposti per la prima volta in Europa.

La mostra antologica allestita nelle sale del Museo d’Arte Moderna è pensata con l’intento per riportare la poetica dell’autore francese in sinergia con le iniziative che lo vedono protagonista nelle altre sedi dell’iniziativa, creando così un’alternanza di linguaggi.

Del progetto culturale sviluppato nel 2017 sono infatti parte integrante l’installazione Réserve, allestita nello spazio dell’ex polveriera bunker nel Giardino Lunetta Gamberini, dove una distesa di 500 chilogrammi di indumenti sul suolo evoca l’assenza degli umani a cui sono appartenuti. Un altro momento importante dell’evento Anime. Di luogo in luogo è costituito dall’installazione performance Ultima, al teatro Arena del Sole, che si svolgerà gli ultimi quattro giorni di giugno con la collaborazione dello scenografo Jean Kalman e del compositore Franck Krawczy. Si aggiunge agli eventi già citati l’intervento di arte pubblica Billboards che collega centro e zone periferiche e vede esposte a cielo aperto trenta immagini fotografiche: dieci volti scelti traendo spunto dal Sacrario dei Partigiani situato a Piazza del Nettuno. Ricordiamo inoltre il dialogo tra l’artista e il curatore presso il Cortile dell’Ercole di Palazzo Poggi, incontro pubblico organizzato in collaborazione con Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, e l’iniziativa Take Me (I’m Yours) , un esperimento di arte partecipativa che si svolgerà nel mese di settembre nello spazio dell’ex parcheggio Giuriolo.

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