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Bonalumi 1958 – 2013 a Palazzo Reale

Palazzo Reale celebra Agostino Bonalumi con oltre 120 opere che ripercorrono cronologicamente la sua carriera artistica, dal 1958 – momento in cui avvia una frequentazione con lo studio di Enrico Baj a Milano – fino all’ultima intervista rilasciata nel 2013, pochi mesi prima della sua scomparsa.

L’arrivo di Bonalumi nel capoluogo meneghino lo vede confrontarsi con il sistema dell’arte negli anni in cui Lucio Fontana era il mentore dei giovani artisti che si raccoglievano attorno al bar Giamaica. Il contesto in cui si forma è approfondito dall’Archivio Bonalumi in un inedito video documentario che andrà in onda su Skyarte, di cui in mostra è possibile godere di un estratto. Nello studio di Enrico Baj, Bonalumi ha la possibilità di conoscere Piero Manzoni grazie all’intercessione del maestro dello Spazialismo e proprio assieme a Manzoni avverrà il fortuito e fortunato incontro con Enrico Castellani nella trattoria di Pino Pomé.

Le prime sperimentazioni sono informali: rami secchi, tubi, oggetti trovati applicati alla tela e su essa modificati. Questi lavori si dispongono nella seconda sala in quanto la prima accoglie il visitatore con le opere di maggior impatto, ne è un esempio Blu Abitabile, una pittura-ambiente presentata a Foligno nel 1967 in occasione della mostra “Lo spazio dell’immagine”.

La fine degli anni Cinquanta vede Bonalumi cimentarsi con le prime estroflessioni della tela, dove la forma è però ancora incerta, grezza, un tipo di sperimentazione raccontato nella terza sala. La mostra procede quindi attraverso lo sviluppo del suo particolare linguaggio, che viene influenzato dalle novità del design, rinato negli anni Cinquanta nel cosiddetto periodo della “ricostruzione”. Le sue estroflessioni, nel decennio successivo, riprendono elementi propri del Pop statunitense, come i rigonfiamenti, le imbottiture che rimandano agli interni delle auto americane, ma sarà la forma circolare a divenire iconica a partire dalla metà degli anni Sessanta. L’utilizzo di un nuovo materiale industriale, il ‘ciré’, comporta un’evoluzione stilistica che lo vede cimentarsi in lavori di grandi dimensioni e dai rilievi sempre più aggettanti, fino ad arrivare alla conquista dello spazio con opere a tutto tondo. Un esempio in mostra è dato dall’installazione ideata per la Biennale di Venezia del 1970, in cui la ripetizione di un elemento in fibra di vetro si dispone nello spazio, avendo come modello di riferimento la Colonna senza fine di Brancusi e la struttura chimica del DNA.

Il percorso procede con gli anni Ottanta che portano venti di libertà creativa, tradotti nella poetica di Bonalumi in un utilizzo del filo di ferro che si muove dinamicamente sotto la tela. Il rigore geometrico cede ora il passo all’immediatezza del segno pittorico che qui diventa scultoreo.L’ultima fase del suo lavoro è il risultato di una lunga riflessione in senso decorativo sulle precedenti sperimentazioni, vediamo dunque la riproposizione di geometrie e materiali tecnologici ora inseriti in rigide griglie che conferiscono ordine all’apparente caos che governava la sua opera.

La mostra è dedicata a Luca Lovati, storico assistente di Bonalumi venuto a mancare durante l’allestimento della stessa.

La retrospettiva su Agostino Bonalumi curata da Marco Meneguzzo, si inserisce nella programmazione estiva di Palazzo Reale che propone, per il terzo anno consecutivo, arte contemporanea in collaborazione con il Museo del Novecento. Oltre quella di Bonalumi è possibile visitare le mostre “Pino Pinelli. Pittura oltre il limite” curata da Francesco Tedeschi e “Alik Cavaliere. L’universo verde” a cura di Elena Pontiggia. La sede del Museo del Novecento, invece, ospita un focus dal titolo “Agostino Bonalumi. Spazio, ambiente, progetto” e la personale di Agostino Ferrari “Segni nel tempo”.

Photo credit Bonalumi Clp Relazioni Pubbliche

 

BONALUMI 1958 – 2013

Fino al 30 settembre 2018

PALAZZO REALE

Piazza del Duomo, 12, 20122 Milano MI

http://www.palazzorealemilano.it/wps/portal/luogo/palazzoreale

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