Una mostra sorprendente, una grande narrazione alla Fabbrica del Vapore, a Milano, sulla storia e la vita del Che“uomo” e “personaggio storico”.
A cinquant’anni dalla sua morte, un percorso affascinante grazie a migliaia di documenti e materiali d’archivio del Centro Studi Che Guevara a L’Avana, anche inediti, e alle più moderne tecnologie.
“[…] Molti mi considereranno un avventuriero e questo sono, solo che di tipo diverso: uno che rischia la pelle per dimostrare le proprie verità. …” (Che Guevara, lettera ai genitori – 1965).
Il 9 ottobre del 1967 Ernesto Guevara, catturato in Bolivia insieme ai compagni di guerriglia, dopo un lungo interrogatorio, viene assassinato nel piccolo villaggio de La Higuera.
Gli scatti dei fotogra che ritraggono il suo corpo steso su un tavolo all’ospedale di Vallegrande fanno il giro del mondo, così come l’annuncio della sua morte da parte di Fidel Castro.
Il combattente, l’eroe, se n’era andato ma il suo ricordo e il suo mito sarebbero rimasti intatti no ad oggi.
A cinquant’anni dalla sua morte, dal 6 dicembre 2017 al 1 aprile 2018 (anno in cui ricorrono i novant’anni dalla nascita) a Milano alla Fabbrica del Vapore, una mostra spettacolare e di grande narrazione ci porterà dentro la Storia, a rivivere gli avvenimenti cruciali e il mito del Che, ma anche a scoprire l’uomo, i suoi affetti, gli ideali e i turbamenti, grazie al ricchissimo e in parte inedito materiale di archivio del Centro Studi Che Guevara a L’Avana e ai linguaggi delle più innovative tecnologie.
Ideata e realizzata da SIMMETRICO Cultura, la mostra è prodotta da Alma, RTV Comercial de l’Avana e dal Centro Studi Che Guevara, coprodotta dal Comune di Milano e Fabbrica del Vapore con il patrocinio e la collaborazione scienti ca, per il contesto storico e geopolitico, dell’Università degli Studi di Milano e dell’Università IULM. Catalogo Skira.
Alla base dell’evento, l’accordo di collaborazione cinquantennale siglato da ALMA con il Centro Studi per la valorizzazione dell’Archivio, patrimonio d’interesse universale riconosciuto dall’Unesco nel 2014, con l’inserimento nel progetto “Memorie del Mondo”.
Oltre 2000 documenti – lettere, diari, foto uf ciali e private, la biblioteca personale, gli scritti autogra dei discorsi e delle opere letterarie, i video d’epoca, sono stati per due anni vagliati e tradotti e più della metà verranno riprodotti e riutilizzati in mostra per raccontare la storia di un uomo chiave del ‘900 – borghese, medico, marito e padre – che di fronte agli eventi, alla situazione geopolitica, alla visione delle ingiustizie sociali non è rimasto indifferente, si è interrogato e, al di là delle risposte date, ha scelto di agire in prima persona.
Il punto di partenza della mostra sarà proprio accettare di vedere la realtà che aveva colpito così profondamente Ernesto Guevara.
Il percorso – sviluppato in 1000 metri quadrati all’interno della Fabbrica del Vapore – inizia dunque con una s da: superare una linea gialla.
CHE GUEVARA
Una parete di 16 metri a fasce mobili, retroproiettata, mostra le immagini edulcorate proposte negli anni Cinquanta da Hollywood, dalle riviste di moda, dalla pubblicità delle grandi imprese delle società consumistiche. All’avvicinarsi dei visitatori però le immagini bruciano, per lasciare il posto a un’altra realtà fatta di povertà e malattie, ingiustizie sociali, sfruttamento del lavoro, mancanza di libertà.
Superata quella linea, inizia il viaggio nella storia di Ernesto, poi diventato El Che, che culminerà in un’installazione artistica realizzata appositamente da uno dei pionieri della Perceptual Art, Michael Murphy: “Il Volto di Che Guevara”.
La mostra, con la direzione artistica di Daniele Zambelli, la curatela di Daniele Zambelli, Flavio Andreini, Camilo Guevara e Maria del Carmen Ariet Garcia e una “colonna sonora” originale composta da Andrea Guerra – vincitore del premio Soundtrack Stars 2017 alla 74esima Mostra del Cinema di Venezia – si sviluppa lologicamente su tre livelli, af dati a diversi cate soluzioni multimediali coinvolgenti e di particolare ef cacia comunicativa.
Il primo livello racconta, con un’impostazione narrativa di stampo giornalistico, il contesto geo-politico. Il secondo è biogra co, per ripercorrere con ampi e inediti materiali d’archivio e con tono documentaristico gli avvenimenti privati e pubblici del personaggio: i suoi famosi discorsi uf ciali, le ri essioni su educazione, politica estera ed economia, il senso della rivoluzione e la speranza nell’“Uomo Nuovo”.
In ne, c’è un livello a-temporale narrato con tono intimistico: è il racconto degli scritti più personali, dai diari alle lettere a familiari e amici, no alle inedite registrazioni di poesie dedicate alla moglie Aleida, dove dubbi, contraddizioni, ri essioni prendono corpo.
Da questo livello narrativo emerge l’uomo, l’intensità delle domande che il Che poneva a se stesso, la dif cile scelta fra l’impegno nella lotta contro l’ingiustizia sociale e la dolorosa rinuncia agli affetti e a una vita più sicura.
“..Mia amata: […] Mi costa scrivere; o mi disperdo in inutili dettagli tecnici, o cedo al turbine di ricordi di una vita che chissà mai se tornerà.
Devi sapere che sono un misto tra un avventuriero e un borghese, combattuto fra una voglia lancinante di “casa”, e l’ansia di realizzare i miei sogni.” (Che Guevara, lettera alla moglie Aleida – novembre 1965)
Sono 4 “Album” ad aprire il percorso della mostra: suggestivi montaggi di ricordi personali “di” e “su” Ernesto Guevara prima di diventare El Che, il “guerrillero”. Alle spalle dei visitatori intanto, la storia in pillole di Cuba: dall’arrivo di Cristoforo Colombo al 1953, con la sospensione delle garanzie costituzionali da parte del dittatore Fulgencio Batista.
Il primo e il secondo Album ripercorrono rispettivamente gli anni dal 1928 al ‘41 e dal 42’ al ‘49, voci narranti sono i ricordi delle persone che avevano frequentato il giovane in quegli anni: il padre ingegnere, la mamma Celia de la Serna, i fratelli, gli zii, l’amica Tita Infante, i compagni di giochi e di università. Ecco le vacanze al mare, la sua brutta bronchite asmatica; il carattere ribelle a scuola, le avide letture, compreso Freud a 14 anni, e gli appunti loso ci; e poi il rugby e la rivista fondata con i compagni in cui Ernesto scriveva con lo pseudonimo di Chang–Cho, nto cinese per il nomignolo spagnolo “sporco” af bbiatogli da alcuni amici.
Ernesto s’iscrive a medicina, fa l’infermiere per guadagnarsi da vivere, parte a 22 anni per il suo primo viaggio per le province argentine del Nord su una bicicletta dotata di un piccolo motore, Cucciolo. Percorre oltre quattromilacinquecento chilometri.
Seguiranno altri viaggi fondamentali per la sua formazione di cui ci parlano i due successivi Album, che vanno dal ’50 al ’52 e dal ’53 al ’56, quando lascia de nitivamente l’Argentina per Cuba, la guerriglia, il suo destino di rivoluzionario.
Qui sono i diari di Guevara a tirare le la del racconto:“Notas de Viaje” (il “Diario di una Moticicletta”) e “Otra Vez”.
“…Sapevo che nel momento in cui il grande spirito che governa ogni cosa avesse diviso l’intera umanità in due sole fazioni antagoniste, mi sarei schierato con il popolo. E so anche — perché lo vedo impresso nella notte — che io, l’eclettico sezionatore di dottrine e psicoanalista di dogmi, urlando come un ossesso, darò l’assalto a barricate e trincee.” (Ernesto Guevara in “Notas de viaje” – 1952)
La prima peregrinazione nel Continente in compagnia di Alberto Granado, con la motocicletta chiamata “Poderosa II” è stato un viaggio denso di scoperte, delle proprie radici più profonde, e di avventure. I ricordi dei lavoratori delle terri canti miniere di Chuquicamata, o i lebbrosari in cui va ad aiutare i malati lo segneranno per sempre.
Appena rientrato a casa, annota: “Il personaggio che ha scritto questi appunti è morto quando è tornato a posare i piedi sulla terra d’Argentina, e colui che li riordina li ripulisce: “io”, non sono io; perlomeno non si tratta dello stesso io interiore. Quel vagare senza meta per la nostra “Maiuscola America” mi ha cambiato più di quanto credessi”. (Ernesto Guevara in “Notas de viaje” – 1952)
Nel ’53 comincia la seconda traversata dell’America Latina, “Otra Vez”, con un percorso deciso in anticipo: visitare la Bolivia e andare alla scoperta della rivoluzione del 1952. Continua a studiare, inizia a scrivere un libro che conclude ma che non verrà mai pubblicato sulla funzione del medico in America Latina, assume posizioni politiche più radicali, no a quando nel ‘55 conosce Fidel Castro. Un incontro fatale.
In una lettera alla madre annuncia: Qualche tempo fa, […] un giovane leader cubano mi ha invitato a entrare nel suo movimento, un movimento che era di liberazione armata nella sua terra, e io, naturalmente, ho accettato. […] Il mio futuro è legato alla rivoluzione cubana. O vinco con loro o muoio”. (Ernesto Guevara, lettera ai genitori – 6 luglio 1956)
Un’installazione propone un focus sugli anni durissimi della guerriglia ma anche sui suoi antefatti: la dittatura di Batista e la situazione socio-economica nella Cuba pre-Castro.
Tra gli eventi emergono i caratteri della personalità di Guevara che organizza scuole rurali, istruisce i contadini e, pure in condizioni di vita disumane, tra marce forzate e attacchi d’asma, cura i feriti, anche quelli dei nemici, s’inventa dentista e insegna a leggere e scrivere ai suoi compagni.
L’importanza dello studio e dell’istruzione saranno del resto una costante anche nelle lettere ai gli, nelle cartoline che invia alla famiglia, così come costante sarà la passione per i libri, tanto che pure nel disastro della guerriglia in Congo, nel 1965, trova il modo di chiedere alla moglie d’inviargli una serie di volumi: classici greci come le tragedie di Eschilo, Sofocle e Euripide, i testi di Platone e Aristotele, le Vite Parallele di Plutarco Erodoto; ma anche il Don Chisciotte, Racine, Dante, Ariosto, Il Faust di Goethe; Le opere complete di Shakespeare.
L’immersione negli eventi pubblici e privati che costellano la vita del Che continua in un percorso biogra co particolarmente coinvolgente, una linea del tempo ricchissima di immagini storiche, lmati, registrazioni di discorsi dal 1959 “Ano de la Liberacion” al 1967 l’anno della missione in Bolivia, l’ultima avventura.
Continuo il richiamo in apposite “stazioni” al contesto geopolitico e storico nel mondo, con la cronologia degli avvenimenti che segnano in quegli anni la trasformazioni sociali.
Nel mezzo, tre vere e proprie “stanze”, in cui al di là della retorica uf ciale, del mito e della politica, possiamo incontrare l’uomo, con le sue ri essioni, le sue emozioni, la sua voce.
È Ernesto Guevara, il Che, che si racconta.
“[…] vorrei spiegarvi […] perché lo sentiate nel più profondo dei vostri cuori, il perché di questa lotta, di quella che abbiamo combattuto con le armi in mano. […] <<Con i poveri della terra voglio giocare la mia sorte>> diceva Martí . E così abbiamo fatto noi, interpretando le sue parole”. (Che Guevara, discorso per la commemorazione della nascita di José Martí – 28 gennaio 1960)
“[…] Così è stato, per gran parte della mia vita; sacrificare gli affetti per ideali più alti; e pensare che la gente crede di avere a che fare con un robot senz’anima!” (Che Guevara, lettera ad Aleida dal Congo-ottobre 1965).
Centinaia di pensieri, di diari, di lettere ci rivelano intimamente una delle personalità che più profondamente hanno segnato un’epoca.
Saliti al piano superiore della Fabbrica del Vapore alcuni tavoli interattivi consentiranno approfondimenti e la consultazione integrale di numerosi documenti, una sala proiezioni permetterà la visione della lmogra a sul Che e farà da teatro agli eventi – incontri, conferenze, concerti, ecc – che accompagneranno e animeranno la mostra per l’intera durata.
In ne, l’invenzione creativa del geniale artista americano Michael Murphy: un’enorme ricostruzione multidimensionale, basata sulla ricomposizione di foto storiche, della “iconogra a” più nota del Che, capace di trasformarsi nella sua altrettanto famosa rma.
Una sorta di omaggio, un ricordo nel tempo:
“[…] Sono estremamente rigoroso nelle mie azioni e credo che a volte non mi abbiate capito. D’altra parte non era così facile […]; credetemi, almeno adesso. Ora la mia forza di volontà, che ho perfezionato con piacere da artista, sosterrà le gambe tremanti e i polmoni stremati. Lo farò. Per un attimo ancora. Ricordatevi di questo piccolo condottiero del XX secolo […]”. (Che Guevara, Lettera ai genitori, prima di partire per il Congo – 1965).
Parte del ricavato della mostra “Che Guevara. Tu y Todos” sarà destinato a un intervento sociale in favore del Programma “Scuole nel Mondo. L’educazione per ogni bambino”della Fondazione Paoletti in sostegno al centro educativo “Bayt Al Amal” (la casa della speranza) in Siria.
In occasione della mostra e del cinquantennale è inoltre prevista la realizzazione di un importante DocuFilm su Che Guevara.
Una produzione Magnitudo Film, RedString Pictures e ALMA.
Data e Ora
06/12/2017 / Tutto il giorno
Luogo
Fabbrica del vapore