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Metamorfosi – Lasciate che tutto vi accada

Il tema della metamorfosi non è nuovo al mondo dell’arte e più in genere a quello della cultura dell’uomo, affondando le proprie radici nella lontana antichità. Basti pensare a come il concetto di trasformazione in altro – peculiarità del mondo della natura e di quello animale – sia presente in molte mitologie e religioni del passato, così in letteratura e in poesia, tanto che, Ovidio ad esempio, è ancora oggi la personalità più nota e ricordata al mondo, proprio per le sue celebri Metamorfosi. Apollo e Dafne e Narciso sono solo alcuni dei miti cui l’arte ha rivolto il proprio sguardo ininterrottamente per secoli, protagonisti di un tema che, oggi al Castello di Rivoli, torna nelle opere degli artisti contemporanei senza temere il passato. Nell’idea – espressa nel sottotitolo che accompagna la mostra – di abbandonarsi agli accadimenti della vita, Chus Martìnez curatore della mostra, attraverso le opere di Nicanor Aráoz, Ingela Ihrman, Eduardo Navarro, Reto PulferMathilde Rosier, Lin May Saaede Ania Soliman,mette in scena quell’atavico senso d’indeterminatezza e mistero che accompagna l’esistenza. “E se potessimo essere un fiore?” è la domanda posta allo spettatore mentre entra in un fiabesco percorso espositivo, ritmato dai sette inediti progetti realizzati appositamente per la mostra, cui si affianca l’opera I Have Left You The Mountain – a cura di Simon Battisti, Leah Whitman-Salkin e Åbäke (esposta nel 2016 nel Padiglione Albania della Biennale di Architettura di Venezia) e il video Army of Love di Alexa Karolinski e Ingo Niermann commissionato nello stesso anno dalla IX Biennale di Berlino.

La sensazione è quella di trovarsi nel pieno di un vero e proprio mutamento, incalzato dalle continue alterazioni visive delle installazioni, delle sculture, delle azioni performative, dei dipinti e dei video che invitano l’osservatore ad una riflessione sul senso della percezione, per condurlo a penetrare il silente linguaggio della natura che, proprio nella metamorfosi, mostra il suo essere viva e trepidante. Si parla, in sostanza, di passaggio, di transitorio e d’impermanenza che nulla a che vedere con l’idea otto-novecentesca di ‘cambiamento’, così come sottolinea Carolyn Christov-Bakargiev  quando afferma che: il concetto odierno di ‘trasformazione’, cui si lega il concept della mostra, si connette più propriamente all’idea di ‘metabolizzazione’, tanto è vero che in Metamorfosi – Lasciate che tutto vi accadasonoi sensi vitali ad essere indagati e non i suoi meccanismi. Largo alla vita dunque, e spazio all’immaginazione, che per gli artisti invitati ha significato soprattutto dare forma al concetto di ‘libero pensiero’.  In quest’ottica, si sono spontaneamente incontrate e hanno germogliato le installazioni e le sculture di Aráoz, le performance, dove appaiono creature nell’atto del nascere – o fiorire – , di Ihrman, gli studi empirici degli organismi, in seguito tradotti in azioni fisiche, congegni personalizzati, installazioni e sculture di Navarro, la messa in discussione dei confini dei segni linguistici e del loro significato di Pulfer, la danza e la musica, centrali nell’idea di una possibile fusione tra regno animale ed essere umano, di Rosier, l’indagine delle differenti narrazioni preistoriche, dal modernismo al primitivismo di Saeed. Infine, i disegni, i tracciati, il design, i diagrammi, i video, i testi e le installazioni, concepite nell’ottica dell’interdisciplinarietà di Solimanhanno dialogato con  il progetto sonoro di ascolto collettivo I Have Left You The Mountain, dedicato all’idea di transizione e migrazione, rimbalzando fino al suggestivo video firmato Karolinskie Niermann.

 

Articolo pubblicato sul n. 268 di Segno

Metamorfosi – Lasciate che tutto vi accada

Fino al 2 settembre 2018

Castello di Rivoli

Piazza Mafalda di Savoia

10098 Rivoli – Torino

 

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