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Nel labirinto percettivo di Alicja Kwade

Materia, per ora è il titolo della prima mostra personale a Roma dell’artista polacca Alicja Kwade in corso alla Fondazione Giuliani, fino al 20 luglio 2018.

“Sto cercando di capire cos’è per me la realtà e cosa sia per tutti noi”

Sono le parole della Kwade a introdurre il lavoro di questa personale romana, l’espressione di una volontà di ricerca e approfondimento intorno a un tema su cui ancora oggi ci si interroga e si discute valicando ambiti sottili oltre la cosiddetta realtà, sperimentando sempre nuove possibilità conoscitive e intuitive. Un orientamento proposto ben ponderato che ci immette da subito nel percorso di studio dell’artista alimentando questioni e riflessioni di carattere filosofico, scientifico e, non ultimo, antropologico e stimolando l’occhio al senso della percezione. L’artista ci trasporta in questo gioco di rimbalzi materici tra ciò che vediamo e ciò su cui tocca interrogarci, addentrandoci in quell’universo, in gran parte sconosciuto, che è la Materia stessa, ciò di cui Tutto, noi compresi, risultiamo essere composti seppure paradossalmente siamo dinanzi a un qualcosa, in un certo senso, contenente il vuoto. Temi quelli di materia e materialità ben individuabili nel lavoro della Kwade, nella sua indagine filosofica di decostruzione/costruzione in cui l’atto trasformativo risulta essere il focus principale della sostanza che nella sua messa in azione permette il divenire altro, un qualcosa che non è vuoto, un’assenza che acquisisce una presente ri-significazione. Attraversando le sale espositive ci addentriamo nella Materia della Kwade, in un labirinto di percezioni, al confine e nell’incertezza del visibile e, ancor più dell’invisibile, tra ciò che percepiamo come essere e ciò che in realtà non lo è.  Le opere sono disposte nelle sale in maniera rigorosa e comunicano altresì in modo disciplinato, una indagine espositiva scientifica, minuziosa e coerente tesa a stimolare più di una semplice riflessione, si va ben oltre la Materia propriamente intesa nel suo significato sostanziale, siamo vicini a quel senso dell’immaginazione e intuizione che ci stimola, spinge e costringe a ripensare il nostro modo di guardare la realtà, di andare ben oltre la Materia, per ora. E in questo gioco ad arte di ripetizione, scomposizione, distruzione, ricostruzione e alterazione che l’artista crea quel tempo sospeso in cui la materia smaterializzata non più significante ci permette di rappresentare uno spazio altro nel quale possiamo percepire nuove e significative possibilità dimensionali andando al di là della convenzionalità, degli schemi e dei codici precostituiti che condizionano il nostro modo di pensare e, soprattutto, limitano la nostra visione costringendola alla ‘reale’ materia, per sempre.

Alicja Kwadeè nata nel 1979 a Katowice (Polonia), vive e lavora a Berlino. Tra le sue recenti mostre personali si annoverano: AMBO, Kunsthalle zu Kiel, Germania (2018); LinienLand, Haus Konstruktiv, Zurigo (2018); ReReason, YUZ Museum, Shanghai (2017-2018); Phase, König Galerie, Berlino (2017); In Aporie, kamel mennour, Parigi (2016); Medium Median, Whitechapel Gallery, Londra (2016); Alicja Kwade, De Appel Arts Centre, Amsterdam (2016); Against the Run, Public Art Fund, New York (2015-2016). Nel 2015 ha vinto il premio Hector-Prize della Kunsthalle Mannheim in Germania e nel 2017 la sua opera WeltenLinie (One in a Time) è stata esposta al Padiglione del Tempo e dell’Infinito della 57° Biennale di Venezia.

Materia, per ora
Alicja Kwade
fino al 20 luglio 2018

Fondazione Giuliani
Via Gustavo Bianchi, 1
00153 – Roma
info@fondazionegiuliani.org
T +39 06 57301091

 

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