E’ finalmente il gran giorno. Già i giornali hanno dato risalto alla presenza in Piazza San Marco dei maori neozelandesi con la loro danza d’accoglienza, il powhiri, ora i padiglioni prendono vita e si dispiegano le proposte delle varie nazioni. Le prime immagini che possiamo mostrarvi arrivano dai padiglioni australiano, giapponese, tedesco, spagnolo e da quello dei paesi scandinavi. Seguiranno aggiornamenti.
Negli spazi australiani campeggia, come avevamo da tempo anticipato, la serie MADDESTMAXIMUS: Planet and Star Sequence, video girati da Shaun Gladwell nell’outback australiano e ispirati all’iconografia del film Mad Max. Accanto, Once removed, quattro installazioni di altrettanti artisti aborigeni.
Ci troviamo ora nel Padiglione giapponese, con le grandi opere di Miwa Yanagi, tele di 5 mt. x 2 raffiguranti giovani donne fluttuanti che, nelle intenzioni dell’artista, rappresentano l’esperienza della morte declinata in ogni singola sfaccettatura.
Un salto nel Padiglione tedesco, con l’installazione di Liam Gillick, vagamente somigliante ad un’esposizione dell’Ikea (scherziamo, ovviamente), ispirata alla proposta di Arnold Bode per il Padiglione della Germania alla Biennale del 1957.
Ed eccoci nel doppio Padiglione che riunisce, per la prima volta, la Danimarca e i Paesi Nordici. Per il progetto The Collectors il pubblico viene guidato negli ambienti “casalinghi” da un vero agente immobiliare ed incontra gli inquilini coi loro caratteri ossessivi ed i più disparati stili di vita.
Siamo ora nel Padiglione spagnolo con le sculture e le tele tridimensionali di uno degli artisti più attesi, Miquel Barceló, voluto fortemente dal Commissario Enrique Juncosa. I temi, per questo grande artista, sono quelli di sempre: i primati, i paesaggi africani e la schiuma delle onde del mare.
Ci imbattiamo adesso nel Padiglione statunitense, con il progetto Topological Gardens di Bruce Nauman. L’intera struttura, come vediamo nell’immagine, è circondata da grandi scritte al neon. Visti i tempi, se ne era parlato molto solo per questioni economiche (superate brillantemente grazie a generose elargizioni private), fortunatamente l’ultima parola spetta all’arte.
Nel Padiglione russo, molto coinvolgente la performance di Andrei Molodkin che ha messo delle Veneri alate nelle teche, gli spara addosso del sangue e ne proietta le immagini. Gli altri artisti presenti alla grande collettiva Victory Over The Future sono Pavel Pepperstein, Alexey Kallima, Gosha Ostretsov, Irina Korina, Sergei Shekhovtsov e Anatoly Shuravlev.
Le ultime due immagini provengono dallo spazio centrale del Palazzo delle Esposizioni. La prima è una veduta generale, mentre nella seconda si vede l’installazione dell’artista italo-argentino Tomas Saraceno, una ragnatela di corde elastiche nere ispirata all’idea di alcuni astrofisici che hanno confrontato la struttura dell’origine dell’universo proprio con quella della ragnatela.