Corpi di stoffa distesi, ripiegati e contorti nello spazio espositivo sembrano sospesi in una performance congelata nello spazio. Sono alcune delle sculture di Sara Enrico (Biella, 1979),The Jumpsuit Theme (2022-2023) delle sinuose e apparentemente morbide anatomie di corpi acefali in cemento e pigmento. Si tratta di calchi ottenuti dalla composizione di una cassaforma morbida di tute cucite insieme. Le superfici di cemento conservano i segni del tessuto e le composizioni finali mantengono la leggerezza caratteristica del tessuto, ingannando l’occhio. Le figure sono adagiate su due pedane espositive disposte come un doppio binario parallelo interrotto, omaggiando lo storico binario 1. La loro posa è scomposta in posizioni innaturali e desta una sorta di inquietudine, tra attrazione e repulsione.
Giocando con la contrapposizione dei materiali Sara Enrico crea Camerino (2023) delle composizioni scultoree aeree in cui le forme delicate del tessuto artificiale si relazionano con le metalliche strutture. La relazione diventa una intra-azione, citando la fisica americana Karen Barad (USA, 1956), che permette riconoscere la natura individuale degli oggetti attraverso il loro intimo confronto.