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Tensioni strutturali #2

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Tensioni strutturali

Installation view. Marzia Corinne Rossi, Davide Dormino, Diamante Faraldo. Courtesy of Eduardo Secci Contemporary

La trilogia “Tensioni strutturali” si articola come un progetto organico suddiviso in tre mostre, indipendenti ma interconnesse tra loro, che sono presentate gradualmente negli spazi della Galleria Eduardo Secci di Firenze. Se la prima mostra, realizzata a Febbraio 2016, si focalizzava sul ruolo centrale dell’individuo nella costruzione dello spazio percepito, attraverso installazioni ambientali di Carlo Bernardini, Monika Grzymala, Roberto Pugliese ed Esther Stocker, la seconda analizza in quest’occasione le diverse possibilità della materia come elemento di rappresentazione e, infine, la terza mostra studierà, il prossimo anno, i processi entropici dell’ambiente quotidiano.

Questa seconda parte della trilogia, Tensioni strutturali #2, viene sviluppata dai cinque artisti invitati (Aeneas Wilder, Davide Dormino, Marzia Corinne Rossi, Diamante Faraldo e Andrea Nacciarriti) come un’analisi delle possibilità e dei limiti della materia nelle sue diverse strutturazioni, declinazioni e accezioni. In mostra vengono presentati una serie di lavori che si interrogano, in modalità nettamente contrastanti, sulle sfumature e sulle gradazioni che si nascondono negli interstizi delle ataviche dicotomie tra sicità e astrazione, tangibilità e inde nitezza, stabilità e precarietà. Un’indagine fenomenica in cui il reale appare e si mostra attraverso tracce, rimandi e segni e in cui l’individuo può arrivare a riconoscerlo e a comprenderlo solo ed esclusivamente attraverso la propria esperienza. In questo modo la mostra è concepita come una successione di impulsi, di indizi e di accenni in cui le opere rallentano, rivelandosi, e in cui la materia prova a emergere nella sua completa diversità, frammentazione e aleatorietà, annullando qualunque tentativo di classi cazione o categorizzazione tassonomica e respingendo qualsiasi oggettivizzazione del reale.

Nella prima sala della Galleria Eduardo Secci Tensioni strutturali #2, Aeneas Wilder mette in discussione la durevolezza e la sicurezza statica della materia attraverso “Untitled #191”, un lavoro strutturato solo tramite l’equilibrio e la forza di gravità e in cui non c’è traccia di nessun sistema di ssaggio tra i numerosi elementi dell’installazione. Nella seconda sala, “Lontanodentro #2” di Davide Dormino si materializza in una cascata costruita con li di ferro che coprono l’intera stanza e convergono dal perimetro del sof tto al centro del pavimento e in cui il visitatore può decidere se osservarlo da una prospettiva periferica o attraversarlo per raggiungere il suo nucleo. Nella terza sala, “All Is Shi- ning the Same” di Marzia Corinne Rossi si compone di un intrico di elementi autoportanti in carta vetrata industriale pigmentata, materiale che connota la produzione dell’artista, che si al- lineano nello spazio espositivo mutando le sue caratteristiche siche e percettive. Di fronte, Diamante Faraldo presenta “A Nord del Futuro”, una grande mappa rovesciata che impone la necessità di fermarsi a scrutarla attentamente per distinguere sfumature, dettagli e particolari nascosti dietro un materiale che prova a celarsi nella sua ambiguità. Infine, nell’ultima sala, Andrea Nacciarriti con il lavoro “Crystallize #002 [matter]” indaga sulla capacità di trasformazione e sulla fragilità della materia, dilatando la sospensione e analizzando la categoria di transizione, attraverso un atto di frammentazione che la trascina aldilà delle nostre possibilità di raggiungerla.

Tensioni strutturali
Aeneas Wilder, Untitled #191, detail. Courtesy of Eduardo Secci Contemporary
Tensioni strutturali
Marzia Corinne Rossi, All is Shining the same. Courtesy of Eduardo Secci contemporary
Tensioni strutturali
Davide Dormino, Lontanodentro #2. Courtesy of Eduardo Secci contemporary
Tensioni strutturali
Andrea Nacciarriti, crystalize #2. Courtesy of Eduardo Secci contemporary
Tensioni strutturali
Aeneas_Wilder, Untitled #191. Courtesy of Eduardo Secci contemporary
Tensioni strutturali
Andrea Nacciarriti, crystalize #002, detail. Courtesy of Eduardo Secci contemporary
Tensioni strutturali
Diamante Faraldo, A nord del futuro. Courtesy of Eduardo Secci contemporary

Davide Dormino (Udine, 1973. Vive e lavora a Roma) ha una ricerca che si esprime attraverso la scultura e il disegno. Cerca nuove forme elaborando i sistemi arcaici della lavorazione dei materiali come il marmo, il bronzo e il ferro. Attualmente è impegnato con “Anything to say?”: una scultura itinerante dedicata al coraggio e alla libertà d’informazione che ha iniziato il suo percorso da Berlino (Alexanderplatz) l’1’ nel Maggio del 2015. Per quest’opera ha ricevuto dall’’organizzazione francese AntiCor il Prix éthique 2016. Ha partecipato alla Biennale della Pietra in Portogallo (2003, 2005), alla 5a edizione de La Escultura en Norte in Spagna (2009), alla XIV Biennale d’Arte Sacra (2010), Un’Ita-Italian Artists in New York (2011) ad Ostrale 012 a Dresda in Germania (2012). Ha esposto al C.I.A.C di Genazzano, Roma (2008), alla Tenuta Dello Scompiglio, Lucca (2010), alla Venaria di Torino (2013), al Castello di Rivara (2013). Ha tenuto mo- stre personali a Roma, Torino, Milano. Insegna Scultura e Disegno alla R.U.F.A. Rome University of Fine Arts.

Diamante Faraldo (Aversa, Napoli, 1962. Vive e lavora a Milano) ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Napoli no al 1984 quando cominciano le prime mostre personali a Napoli (Castel dell’Ovo) e a Grenoble in Francia. Nel 1986 si trasferisce a Berlino per approfondire gli studi artistici. Di ritorno dalla Germania si stabilisce a Milano, dove tuttora vive e lavora. Ha esposto alla Fondazione Mudima di Mi- lano, Galleria Oredaria di Roma, alla Bocconi Art Gallery, Fondazione Pomodoro e al MACRO, Museo d’Arte Contemporanea di Roma. Tra le recenti mostre collettive si ricordano: “Flash art event”, Palazzo del ghiaccio, Milano (2013), “Artis for nutopia”, a cura di Arianna Baldoni, Museum of new art, Nutopia (2013) e “Tra la terra incolta e il campo arato”, Biennale di Ogiogno, Verbania (2012).

Andrea Nacciarriti (Ostra Vetere, Ancona, 1976. Vive e lavora a Milano) partecipa nel 2005 al Corso Supe- riore di Arti Visive alla Fondazione Ratti di Como, visiting professor Alfredo Jaar. Ha vinto il Premio Terna 03, il Premo Celeste 2011, il Premio New York 2014/2015 e il Concorso Internazionale d’Arte Contemporanea – a call for a line 2015. Ha partecipato a programmi di residenza a Pechino, Ekenas (Finlandia), Imlil (Maroc- co) e New York all’ISCP. Tra le recenti mostre personali: “Natura Morta – dimensions variable”, Kunsthalle Eurocenter, Lana (BZ); “You might get breathless”, ISCP di New York; “And the ship sails on”, Fondazione Pescheria – Centro Arti Visive di Pesaro; “No one knew what anyone else was doing”, CAB di Grenoble, “Crystallize”, Franco Soffiantino Gallery, Torino. È stato presentato in numerose collettive in musei italiani e internazionali: Macro Roma, PAC Milano, Museo di Villa Croce Genova; Le Fresnoy – Studio national des arts contemporains Tourcoing cedex in Francia, MAMM Mosca, La Maison Rouge Parigi. Tra i progetti speciali: “Less Than Air” Showroom Elica, Milano, in occasione della 49a edition Salone Internazionale del Mobile, “Sculpture Park” Reagent’s Park, Londra, in occasione di Frieze Art Fair. Il suo lavoro è presente in col- lezioni private e istituzionali incluse Foundation Antoine de Galbert di Parigi, La Gaia Collection di Busca.

Marzia Corinne Rossi (Milano, 1984. Vive e lavora a Lima, Peru) ha conseguito l’MFA presso l’Accademia delle Belle Arti di Brera di Milano a Maggio 2010. Ha partecipato a diverse residenze, tra cui: residenza Triangle France La Friche La Belle de Mai, Marsiglia, 2011; Résidence Suddenly, Beauchery-Saint-Martin, 2011. Marzia ha inoltre collaborato con Personal effectsonsale, Padiglione Esprit Nouveau di Le Corbusier, Bologna, 2012; Hitch Hike, CARS Cusio Artist Residency Space, Omegna; 2011. Tra le principali mostre ricordiamo “Afterglow” al Museo MAR di Ravenna, “Flesh Out” a Néon in Lione o “From The Claw Your Fingers Formed” alla David Dale Gallery & Studios di Glasgow.

Aeneas Wilder (Edimburgo, 1967. Vive e lavora in Giappone). Formatosi come scultore (DJCA, Dundee & ECA Edinburgh, UK.) la sue ricerca principale è incentrata sulla struttura e sulla materialità sica dell’oggetto. Ha eseguito 189 installazioni e opere all’aperto, oltre a lavori in galleria, commissioni pubbliche e progetti di ricerca, la maggior parte dei quali ha avuto appositamente un carattere transitorio. Wilder è stato un attivo visual artist per 22 anni. Durante questo periodo ha partecipato a numerose mostre e progetti artisti nel mondo. Recenti mostre personali sono Origin, Chateau du Seneffe, Seneffe, Belgium (2016), Transmission, Frank Taal Gallerie, Rotterdam, The Netherlands (2013) and Untitled # 162 Mead Gallery, Warwick Arts Centre, Coventry, UK (2012). Tra le recenti mostre colletive vi sono IQ, Kunstisland, Rotterdam, The Netherlands (2016), Amusing Ourselves To Death, De Rotterdam, Rotterdam, The Netherlands (2015), Art @ Tsuchizawa, Hanamaki, Iwate, Japan (2014). Aeneas Wilder ha ricevuto per due volte il premio Pollock-Krasner Foundation.

Tags: Aeneas Wilder Andrea Nacciarriti Davide Dormino Diamante Faraldo Marzia Corinne Rossi

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