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Valentina Ferrandes / Fondazione SoutHeritage di Matera e Cecilia di Tito (Pz)

Dal 2009 la Fondazione SoutHeritage di Matera promuove Index/Area, un’archivio digitale a cura di Lucia Ghidoni. Fin da subito Index si è posto come uno spazio di ricerca e di promozione del territorio, dedicato all’arte lucana. Dopo quattro edizioni, attraverso le quali sono state individuate le ricerche di alcuni artisti, in collaborazione con il Centro per la creatività Cecilia di Tito (Pz), si inaugura la prima di una serie di personali che coinvolgerà i giovani artisti lucani precedentemente selezionati.

Valentina Ferrandes, The Oyster effect, 2010, HD video, 12' 51''

Protagonista di questo evento è Valentina Ferrandes, che pur vivendo all’esetero, non rinuncia alle sue origini, indagando tradizioni e ritualità del sud Italia, rielaborate attraverso i nuovi media. The Oyster Effect, opera-video del 2010, ne è la prova. Ispirato agli studi sul fenomeno del tarantismo dell’antropologo Ernesto De Martino, il video è una sorta di collage tra reperti storici, paesaggi, spazi architettonici, unificati dalla voce narrante di una donna.

La tendenza a compiere un’analisi socio-culturale è presente anche in altri lavori come Lilong o Panorama Park in cui le luci artificiali creano l’illusione di una rappresentazione documentaristica. In tali opere si coglie lo spirito cosmopolita della Ferrandes, che tuttavia non perde mai l’occasione per mostrare la stretta, quanto sottile, relazione che sussiste tra luogo – architettonico – e peculiarità del soggetto.

Per la mostra al Cecilia, l’artista ha realizzato Of shadows and caves, intervento site specific, che raccoglie le fila del già citato The Oyster Effect. L’opera è un metaforico paesaggio, che attraverso l’assemblaggio di frammenti sonori – voci, cantilene, rumori e interferenze – del video del 2010, testimonia e riflette l’anima di un luogo.

Ferrandes

 

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