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Al Museo Carlo Zauli entriamo in ‘Room 60’, le stanze dell’identità di Silvia Celeste Calcagno

Amalia Di Lanno

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Bless this house, Silvia Celeste Calcagno, Room 60. Ph. Fabio Liverani

A pochi giorni dalla chiusura del progetto espositivo Room 60, preceduto da un workshop sul tema dell’identità e plasticità del sé attraverso la pratica artistica, di e con l’artista ligure Silvia Celeste Calcagno al Museo Carlo Zauli di Faenza, abbiamo incontrato l’artista e il direttore Matteo Zauli per parlare di ceramica contemporanea, pratiche laboratoriali e progetti espositivi realizzati in relazione e dialogo con gli spazi museali.

Amalia Di Lanno Iniziamo questa intervista parlando di ceramica con Matteo Zauli, Direttore del Museo Carlo Zauli di Faenza. In particolare modo del rapporto Museo Zauli e ceramica contemporanea.

Matteo Zauli Il Museo Carlo Zauli ha scelto, fin dai propri esordi, di occuparsi di sperimentazione ceramica, intrecciando alla presenza delle storiche collezioni di opere zauliane un calendario di residenze dedicate ad artisti concettuali che hanno qui sperimentato la ceramica per la prima volta e, recentemente, workshop e installazioni dedicati a quei giovani maestri che, pur avendo sempre lavorato in ceramica, hanno una visione più ampia.

A.D.L. Quale feedback il Museo ha ricevuto rispetto all’ultimo progetto (La plasticità del Sé e Room 60) presentato e realizzato dall’artista Silvia Celeste Calcagno?

M.Z. Il feedback è stato davvero molto, molto positivo! innanzitutto è stato positiva la risposta del mondo della ceramica contemporanea, ambito per il quale Silvia Celeste rappresenta un riferimento e un modello. Da questo punto di vista ha funzionato molto bene la relazione tra le opere di Zauli e quelle dell’artista ligure. Una relazione inedita, in alcuni casi spiazzante, ma profondissima. Ed è stato molto interessante la reazione e l’interesse del pubblico, più legato all’arte contemporanea non ceramica, che conosceva non benissimo il lavoro.

A.D.L. Nel caso del progetto suddetto, quanta importanza ha rivestito la modalità di lavoro teoria/pratica e l’approccio diretto dell’artista allo spazio Museo?

M.Z. Tale duplice approccio si è inserito con molta naturalezza in un ambiente che è costituito proprio da questa doppia natura, espositiva e laboratoriale, cogliendo quindi nella fusione ed interazione delle due parti, perfettamente continue, il reale spirito di questo luogo. In tal senso abbiamo chiesto direttamente a Silvia Celeste Calcagno di parlarci di questa esperienza senz’altro interessante per la duplicità progettuale che le ha permesso di sperimentare partecipazione diretta all’opera in termini didattici, la pratica artistica nelle fasi di allestimento e realizzazione di un percorso espositivo ad hoc.

A.D.L. Quali sono state le impressioni in merito al workshop faentino La plasticità del sé che hai tenuto al MCZ e l’interazione del tuo progetto ‘Room 60’ con lo spazio museale?

Silvia Celeste Calcagno È stata un’esperienza molto importante nel mio percorso. Il tema del workshop mi è stato cucito addosso, “l’identità e il senso del doppio”, un tema intrigante e complesso. Tre giorni densi, con un’utenza costantemente interessata e interessante. Il risultato è stato significativo, al di sopra di ogni previsione. Complice una sede magica che ha contribuito a creare curiose sinergie tutt’ora presenti tra me e i partecipanti. Il solo show dal titolo Room 60 a cura del MCZ inaugurato il 9 Luglio 2018 negli spazi del Museo è stato un progetto impegnativo e prestigioso e mi sento di dire “impeccabile”! Sono fiera del rapporto che il mio lavoro è riuscito a stabilire con la potente immensità delle opere di Carlo Zauli; tra materia e video, un percorso site specific si è snodato nelle sale del Museo dove ho voluto presentare tutti lavori inediti e nuovi. I testi in mostra sono stati scritti da Davide Caroli, curatore del MAR Ravenna, Francesca Bogliolo storica e critica d’arte e da Matteo Zauli Direttore del Museo Carlo Zauli e curatore. La figura di Matteo è stata fondamentale anche per l’installazione delle mie opere, ne ha diretto e concertato la presenza e la sua capacità ne ha determinato quella sorta di aria ineccepibile della quale ti parlavo. Concludo ringraziando Massimo Isola, Vice sindaco e Assessore alla Cultura della città di Faenza che ha seguito costantemente l’evento con competenza e attenzione.

A.D.L. A cosa stai lavorando, progetti in progress?

SC.C. Attualmente sono impegnata nella realizzazione di un catalogo redatto per la presentazione di una mia opera pubblica che verrà inaugurata a settembre 2018. A ottobre sarò invece a Londra con Just lily, l’installazione presentata al Museo di Arte Contemporanea Villa Croce di Genova lo scorso anno, a cura di Alessandra Gagliano Candela.

 

SCC, Room 60, ph. Fabio Liverani
SCC, Room 60, ph. Fabio Liverani
SCC, Room 60, ph. Fabio Liverani
SCC, Room 60, ph. Fabio Liverani
SCC, Room 60, ph. Fabio Liverani
SCC, Room 60, ph. Fabio Liverani
SCC, Room 60, ph. Fabio Liverani
SCC, Room 60, ph. Fabio Liverani
SCC, Room 60, ph. Fabio Liverani
SCC, Room 60, ph. Fabio Liverani
SCC, Room 60, ph. Antonio Veca
SCC, Room 60, ph. Antonio Veca

Museo Carlo Zauli
Silvia Celeste Calcagno

Mostra chiusa il 25 luglio 2018

7.8.9 luglio > workshop
9.25 luglio > Solo Show_ ROOM 60
con il sostegno e la collaborazione di
AiCC – Associazione Italiana Città della Ceramica

Museo Carlo Zauli
Via della croce, 6
48018 Faenza (Ra)
T. +39 0546 22123
museocarlozauli@gmail.com

Amalia Di Lanno communication manager per SCC

Tags: ceramica contemporanea intervista Matteo Zauli Museo Carlo Zauli Silvia Celeste Calcagno

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