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David Wojnarowicz al Whitney Museum

Alice Ioffrida

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David Wojnarowicz

David Wojnarowicz, Untitled (one day this kid), 1990-91, Whitney Museum photo credit

New York. Il Whitney Museum of American Art ospita una grande retrospettiva dedicata all’artista David Wojnarowicz, attraverso l’esposizione di parte della sua produzione. Le sale del quinto piano presentano la varietà del suo ricchissimo corpus prodotto in soli quindici anni, interrotto dalla prematura scomparsa a causa di complicazioni dovute all’AIDS. Nato in New Jersey Wojnarowicz, negli anni Settanta, si sposta nella vicina New York dove dà avvio alla sua carriera artistica da autodidatta, trattando temi forti come violenza, sesso e peccato, ma soprattutto denunciando la pericolosa disinformazione sull’HIV promossa dai politici conservatori. L’esposizione è curata da David Breslin e David Kiehl e si pone in continuità con un’altra rassegna su Wojnarowicz allestita alla Morgan Library: Peter Hujar: Speed of Life. Con il fotografo l’artista intraprende una relazione a cui dedicherà una serie di lavori come Untitled (Hujar Dead) che lo ritrae sul suo letto di morte nel 1987, a causa della polmonite.

Il titolo della mostra History Keeps Me Awake at Night esprime l’inquietudine vissuta dall’artista che rifiuta la società in cui vive ma al tempo stesso chiede di essere accettato nonostante la sua diversità. È tratto da un’opera degli anni Ottanta in cui palesa gli incubi di un uomo addormentato, ma il suo disagio sociale è espresso in ogni lavoro prodotto attraverso immagini forti, colori squillanti e parole di denuncia.

L’eterogeneità dei media utilizzati da Wojnarowicz per la sua produzione è evidente nell’allestimento che si compone di: quadri neo-espressionisti, documentazione delle sue performance, scritti, graffiti e fotografie concettuali come la serie di immagini che ritraggono vari personaggi con indosso una maschera di carta raffigurante il viso del poeta francese Arthur Rimbaud, presente anch’essa in mostra. Come Rimbaud e Borroughs, Wojnarowicz si considera un enfant terrible ed è attratto da soggetti anticonformisti, dal diverso, dall’estraneo, ciò lo porta a modificare periodicamente e radicalmente la sua produzione affinché non sia mercificata. È presente anche una selezione di video, girati alla fine degli anni Ottanta che mostra i suoi frequenti viaggi, ad esempio in Messico dove si ferma per i festeggiamenti del Giorno dei Morti.

Una mostra itinerante che sarà possibile visitare da maggio 2019 al Museo Reina Sofía di Madrid e a novembre al Mudam Luxembourg.

Tags: David Wojnarowicz

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