Skip to content
Rivista Segno

Rivista Segno

Attualità Internazionali d'Arte Contemporanea

Primary Menu
  • Segno
    • Nell’ultimo numero
    • Redazione
  • Abbonamenti
    • Abbonamento regalo rivista Segno
  • Pubblicità
    • Specifiche pubblicità
    • Formati
    • Banner
  • Contatti
  • Segno TV
  • Segno digitale
  • Archivio eventi
  • Home
  • Inaugurazioni
  • Gino Sabatini Odoardi
  • Inaugurazioni
  • Notiziario
  • Personaggi

Gino Sabatini Odoardi

Roberto Sala

Condividi:

  • Stampa
  • E-mail
  • Facebook
  • Twitter

Si inaugura giovedì 6 giugno alla Gowen Contemporary di Ginevra la prima mostra dell’artista italiano Gino Sabatini Odoardi in Svizzera.  La Mostra, co-curata da Laura Gowen e Alessandra Anzini, presenta i lavori recenti di Sabatini Odoardi, composti da sculture, istallazioni e disegni che interagiscono attraverso la bianca superficie, sinuosa e fredda, della termoformatura, su cui talvolta si inserisce il nero della grafite, con un’unica interruzione accidentale di una piega rossa.

Questi ultimi lavori sono la chiave di volta di un percorso di anni, in cui le esperienze accanto ad artisti come Fabio Mauri e Jannis Kounellis, e le costanti letture critiche, si traducono in segni in trasformazione, mutazioni di stili, sino a raggiungere e ad appropriarsi del procedimento materico della termoformatura in polistirene, che lo renderà  artista maturo, con un linguaggio unico nel panorama italiano e internazionale. Questa tecnica parte venti anni fa dai ‘’sottovuoti’’, realizzati con plastiche trasparenti, che permettevano l’ibernazione dell’oggetto. La termoformatura consente all’artista di annullare ‘’il rumore retinico’’ dei colori dovuto alla trasparenza, utilizzando fogli di polistirene bianchi, neri o rossi. Il lavoro si sviluppa in tre fasi: riscaldamento della plastica mediante resistenze ad alte temperature, unione dell’oggetto con il polistirene allo stato elastico mediante sottrazione dell’aria e raffreddamento che imprigiona l’oggetto in maniera definitiva sotto la plastica divenuta irrimediabilmente rigida. Si tratta di un percorso interamente manuale, in cui la scultura inizia a prendere forma visivamente piano piano, con gesti che non permettono repliche o ripensamenti. L’oggetto nascosto e rivelato dalle termoformature, è bloccato e al contempo rivitalizzato, nella costante tensione di liberarsi per tornare al mondo. Ambizione sottile e continua dell’arte di Sabatini Odoardi: strappare più cose possibili all’oblio, di cui ha un sacro e dichiarato orrore.

La raffinatezza e la palpabile morbidezza formale, la sensibilità estetica di chiara matrice classica di Sabatini Odoardi si pongono in sorprendente contrasto con la tematica provocatoria e dissacratoria della sua opera. Il terreno su cui ci muoviamo sembra slittare continuamente sotto i nostri piedi. Proprio questa è, infatti, l’intenzione di Sabatini Odoardi: insinuare il dubbio, rimettere in discussione la realtà, rompere gli equilibri su cui poggia la nostra cultura, scardinandone le sicurezze, in un continuo rimando senza risposta. Bersaglio della sua opera è il pensiero tradizionale e il modo di porsi dell’uomo, nel continuo bisogno di conferme di fronte all’inconoscibilità del mondo. Le antitesi morte-vita, Dio-agnosticismo attraversano trasversalmente gran parte della sua opera, spesso in bilico tra il sacro e il profano. La ripetizione diventa rituale, sfida. L’idea seriale, modulare, amplifica, in una strategia ossessiva e seduttiva al tempo stesso, discorsi e ritmi. E’ il caso delle grandi istallazioni, come Perdersi Dentro un Bicchiere d’Acqua, 2001, Si Beve Tutto Ciò Che Si Scrive 2002, o Senza Titolo, 2013, presente in mostra. In quest’opera 21 stracci ‘’sublimati’’, plasmati a mano singolarmente, non vincolati da nessun oggetto, creano un gioco ritmico e modulare, rotto da un vuoto, un drappo indisciplinato, che si sottrae alla consuetudine e si depone a terra, sfugge alla regola dell’armonia.

Le opere presentate in questa mostra, si affrancano dalla precedente simbologia, palesemente dissacratoria dell’ordine culturale e religioso precostituito, e raccontano segni e concetti, da sempre appartenuti all’arte di Sabatini Odoardi, assoluti e universali. Pieghe e panneggio si animano e in alcuni casi celano tracce e segni che coincidono con gli elementi essenziali della percezione, quali luce/ombra, bianco/nero, dentro/fuori. Panneggi che nelle loro infinite combinazioni, raccontano gli innumerevoli risvolti della vita, dove niente è chiaro e rivelato. E questo concetto si materializza nei disegni nascosti e irrimediabilmente negati tra le pieghe della serie di sculture Senza Titolo, 2013, nella “cripta” della galleria, che esistono esclusivamente nella loro percezione di ignoto.

Fino al 23 agosto 2013

img2161-3

Tags: Gino Sabatini Odoardi Gowen Contemporary

Continue Reading

Previous: Biennale di Venezia – Leone d’oro al Padiglione Angola
Next: Franco Marrocco, Piccola Sacrestia del Bramante, Milano

Potrebbe interessarti anche

Chiara Fumai | As Walls Keep Shifting
  • Notiziario

Chiara Fumai | As Walls Keep Shifting

Maria Vinella
Fondazione Biscozzi / Rimbaud
  • Notiziario

Fondazione Biscozzi / Rimbaud

Comunicato Stampa
Pistoletto La nostra storia guarda avanti
  • Notiziario
  • Rivista
  • Segno Story

La nostra storia guarda avanti

Maria Letizia Paiato
unnamed-63 Giovanna Cassese riconfermata come Presidente dell’ISIA di Faenza
  • Notiziario

Giovanna Cassese riconfermata come Presidente dell’ISIA di Faenza

Redazione
Eva Marisaldi, immagine guida XV Giornata del contemporaneo, 2019. AMACI: XV GIORNATA DEL CONTEMPORANEO
  • Anticipazioni
  • Notiziario

AMACI: XV GIORNATA DEL CONTEMPORANEO

Redazione
De Chirico, Giorgio (1888-1978): Ariadne, 1913 New York Metropolitan Museum of Art *** Permission for usage must be provided in writing from Scala. De Chirico a Palazzo Reale di Milano
  • Notiziario

De Chirico a Palazzo Reale di Milano

Redazione

È online il nuovo sito

Compra l’ultimo numero

Segno 279

Segno 279 - Dicembre/Gennaio 2021

segnonline

Segnonline
#segnoextra Alla mostra "I SAY I" a cura di @ugoli #segnoextra Alla mostra "I SAY I" a cura di @ugolinip @laraconte75 e Cecilia Canziani presso la @gallerianazionaledartemoderna
#segnoextra Alla mostra "Ladder to the moon" di @l #segnoextra Alla mostra "Ladder to the moon" di @lulabroglio @gmangoni @marti.nin @eugenia.mussa
#segnoextra Alla mostra "Italia inattesa" presso P #segnoextra Alla mostra "Italia inattesa" presso Palazzo Barberini promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea @creativita_contemporanea
#segnoextra Alla mostra "Italia inattesa" presso P #segnoextra Alla mostra "Italia inattesa" presso Palazzo Barberini promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea @creativita_contemporanea #segnoc'è
Su Telescopio 46 di oggi trovate il mio contributo Su Telescopio 46 di oggi trovate il mio contributo critico.. Buona lettura e grazie mille a @larafacco_press @masbedo @segnonline @goldschmied_chiari @galleriapoggiali @gamec_bergamo
#segnoextra Alla mostra "Locus" di Tomaso Binga a #segnoextra Alla mostra "Locus" di Tomaso Binga a cura di Antonello Tolve e Stefania Zuliani  presso la Fondazione Filippo e Bianca Menna di Roma @antolve #segnoc'è
#segnoextra Alla mostra "Toccante" di @ornaghipres #segnoextra Alla mostra "Toccante" di @ornaghiprestinari presso @stregisrome sede romana di @galleriacontinua
#segnoextra Alla mostra "Una storia per il futur #segnoextra Alla mostra "Una storia per il futuro. 10 anni di MAXXI" @museomaxxi #segnoc'è
La nuova sede di @materia_gallery_rome con la most La nuova sede di @materia_gallery_rome con la mostra "Carie" di Stefano Canto a cura di @benassigiuliana
Carica altro… Segui su Instagram

Articoli Recenti: Segnonline

L’oggetto dell’amore

L’oggetto dell’amore

Arte cura(tela) e pandemia: Damiano Gullì

Arte cura(tela) e pandemia: Damiano Gullì

L’arte della burocrazia: Smith in Cina? [terza parte]…

L’arte della burocrazia: Smith in Cina? [terza parte]…

L’arte del dialogo, tra riflessione ed emozione

L’arte del dialogo, tra riflessione ed emozione

Vincenzo Schillaci, Rising of the Moon

Vincenzo Schillaci, Rising of the Moon

Cerca

Privacy e cookie: Questo sito utilizza cookie. Continuando a utilizzare questo sito web, si accetta l’utilizzo dei cookie.
Per ulteriori informazioni, anche su controllo dei cookie, leggi qui: Informativa sui cookie
© Rivista Segno. Tutti i diritti riservati - c.f. 91044050689 - p.i. 01464240686 - amministrazione@pec.rivistasegno.eu | Magnitude by AF themes.
loading Annulla
L'articolo non è stato pubblicato, controlla gli indirizzi e-mail!
Verifica dell'e-mail non riuscita. Riprova.
Ci dispiace, il tuo blog non consente di condividere articoli tramite e-mail.