L’irriducibile fame umana di decodificare intrecci ed enigmi ribolle soprattutto da una condizione esistenziale del dover trovare un significato ad ogni manifestazione esperienziale; sul ramo artistico trabocca in particolare il carattere simbolico ed allegorico, sempre alimentato dalla stratificazione storica ricca di segni e forme archetipe.
Il Mistero, in sostanza, è il collante che lega e nutre l’esposizione di Simone Pellegrini a Palazzo Pretorio di Prato, visitabile dall’11 luglio fino alla festa patronale cittadina l’8 settembre 2019. Già dal titolo si enuncia un’accortezza specifica per il luogo ospitante oltre ad assodare un’atmosfera sospesa e non determinata: Passato In Giudicato, a cura di Veronica Caciolli, riferisce la funzione giuridica del Palazzo avallata dall’opera inedita Bordo della cortina estrema (2019) ispirata dai segni e tracce rinvenuti al secondo piano del Pretorio lasciate dagli antichi pratesi in attesa di giudizio. Non inganni l’accordo estetico con la cornice medievale, l’anacronismo formale dell’artista è superato, o meglio, è sottratto al suo ruolo proprio dalla lettura arcana svuotata di significato. Le curve arboree, i figuri e le trame uterine che pullulano i lavori del Pellegrini sono pittogrammi di un testo sostanzialmente privato di finalità narrativa, un messaggio in divenire come in una bottiglia ancora affidata alle onde del tempo (la verosimiglianza storica ma allo stesso momento palesemente derivata è fattore rilevante) molto vicino al caso del Manoscritto di Voynich, «il libro più misterioso del mondo» risalente al XV secolo e redatto in un linguaggio tutt’ora incomprensibile.
Parimenti al suddetto codice, le carte esposte in questa occasione, meritevolmente a contatto, senza cornici o vetri, si reggono sulla pura fruizione suggestiva ammiccando ad ambienti colti in tacito consenso con un gusto popolare. In questo Prato è lo scenario ideale con la sua vocazione contemporanea, che è sorta e sorge dal volgo, in un continuo e perpetuo ardore sperimentale dal Pulpito donatelliano (uno shock rinascimentale) all’oreficeria granducale, dal Centro per le arti contemporanee Luigi Pecci all’opportuna valorizzazione dell’archeologia industriale; l’indole verace di questa città sposa le opere acroniche di Simone Pellegrini ambigue e funambole di una ricerca tra evocazione e costruzione, creando una sorta di segno “intermedio” non troppo intellettuale né troppo viscerale «intorno le pallide, spregiose, canzonatorie facce pratesi».
Permane l’alone enigmatico e l’entusiasmo di cercare un significato, proprio come nel Manoscritto di Voynich, pur nella coscienza che la soluzione sia una chimera e la rivelazione consta che non vi è alcuna rivelazione.
Simone Pellegrini “Passato in giudicato”
a cura di Veronica Caciolli
dall’11 luglio all’8 settembre 2019
Museo di Palazzo Pretorio
orario: lunedì – venerdì dalle 9:00 alle 13:00 – dalle 14 alle 18
Piazza del Comune, 2 – 59100 – Prato
tel. 0574 19 34 996
email: museo.palazzopretorio@comune.prato.it
sito: www.palazzopretorio.prato.it/