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Jac Leirner – Corpus Delicti and Other Lines

Per la prima volta approdano in una galleria italiana le opere inconsuete dell’artista brasiliana conosciuta con lo pseudonimo di Jac Leirner. La Galleria Franco Noero, a Torino, ospita una specie di retrospettiva dell’artista, composta da opere datate e altre site-specific. Il titolo della mostra “Corpus Delicti and Other Lines”delinea il leitmotiv che lega i lavori esposti nelle varie sale, costituiti da oggetti di uso quotidiano, spesso trafugati dall’artista stessa durante viaggi e soggiorni vari in giro per il mondo. Come suggerisce il titolo, infatti, sembra di trovarsi di fronte a “cadaveri oggettuali” pregni di vita dopo essere stati utilizzati, oppure ancora vergini e intonsi, mostrati nella loro purezza del nuovo. Lo spettatore si trova di fronte ad una composizione geometrizzante –“Silver Randy’s” (regular size), 2019– come prima opera della mostra ed è spinto istintivamente ad avvicinarsi per osservare attentamente le singole unità che costituiscono l’opera totale, per accorgersi di essere davanti a cartine per sigarette incollate al muro. Sin dall’inizio, quindi, il lavoro di Leirner dimostra esplicitamente le proprie caratteristiche: utilizzo di oggetti di uso comune in contesti altri, per dare loro una valenza nuova e affermarne l’appartenenza all’ambito artistico. Questa constatazione è immediatamente percepibile nella seconda stanza con “Leveled Spirit” (2017), dove una serie di livelle segnano il profilo di un angolo; oppure in “Tsipora (Bird)” (2018)composta da righelli appesi a muro. Queste due opere, se da un lato richiamano palesemente il pensiero rivoluzionario dei ready-made di Marcel Duchamp, dimostrano parallelamente la volontà di Leirner di esibire strumenti utilizzati nel fare artistico, come Giulio Paolini aveva fatto cinquant’anni prima nel clima dell’Arte Povera torinese. 

Il cuore della mostra, però, è riscontrabile nell’installazione “Corpus Delicti System” (1985/2019), posta appositamente al centro del percorso espositivo. I protagonisti di questa scena sono oggetti rubati inizialmente, o collezionati (perché donatile successivamente), durante i viaggi in aereo dell’artista: carrelli, forchette, coltelli e cucchiai, coperte, mascherine per gli occhi, buste, vassoi di plastica, bicchieri. Anche questi oggetti, privati del loro ruolo e catapultati in un nuovo contesto, vengono utilizzati dall’artista per dar loro una nuova identità. L’artista, infatti, allestisce una sorta di matrimonio in cui marito e moglie sono appunto rappresentati da corpi “meccanici” attraverso i carrelli. Un’altra “scultura” interessante è “Cloud” (2017), formata da etichette di carta per bagagli, collezionati sempre durante i viaggi, per trasmettere indirettamente la condizione in cui i passeggeri si trovano quando si trovano in volo. 

Nell’ultima stanza, invece, l’artista espone alcuni lavori su carta, dove analizza l’uso canonico del colore, classico esercizio base di una scuola d’arte, come a dimostrare la sua appartenenza all’arte e la sua formazione. Questa impronta tradizionalistica è osservabile allo stesso modo nei suoi acquerelli su tela, anch’essi volti all’analisi cromatica. Questa attenzione al colore è trasportata poi in lavori più recenti, come “Punk Ostentazione” (2019), ed è esibita attraverso la poetica elaborata da Leirner stessa. In questo caso nello specifico, ella usa nastri di pacchetti delle più grandi firme, legati assieme per formare una scansione geometrica a parete. 

La mostra, nella sua totalità, ci propone una Jac Leirner secondo i vari punti di vista che segnano il suo percorso artistico, per gruppi tematici che trovano nella Galleria Franco Noero, uno spazio in cui possono cantare all’unisono, senza stonare o stridere l’uno con l’altro, ma capaci di integrarsi e creare una continuità, tenendo lo spettatore in equilibrio tra stupore, incredulità e il sentirsi a casa.C

Galleria Franco Noero

VIA MOTTALCIATA 10/B
10154, TORINO
ITALY PIAZZA CARIGNANO 2
10123, TORINO
ITALY

La mostra di Jac Leirner ha chiuso sabato 6 aprile 2019.

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