La sfida di installare opere contemporanee in edifici storici è di sicuro molto sentita (e temuta) dagli artisti, soprattutto quando questi spazi sono carichi di segni: fregi architettonici veri o tromp-l’oeil, affreschi con iconografie complesse, ambiente con pianta e sezione non esattamente paragonabili a quelle di un white cube.
La mostra di Marina Gasparini alla Fondazione Collegio San Carlo di Modena, inaugurata il 14 ottobre e visibile fino al 10 dicembre, vince ampiamente su tutti i fronti, offrendo delizie sensoriali e intellettuali allo sguardo dei visitatori.
L’impianto di “Chora Park” è giocato sulla giustapposizione di macrocosmo e microcosmo: l’artista ci propone il primo con intelligente sintesi di simboli e materiali scelti (rappresentazioni rinascimentali del cosmo riprodotte in filo metallico) mentre il secondo è un tripudio di tecnica e materiali in raffinato equilibrio: morbide sculture di organi interni ricamate e venate da luci al neon rosa. Entrambi i mondi sono raccontati a partire dalle iconografie di due celeberrimi testi: il “De corporis humani fabrica”di Vesalio e il “De revolutionibus orbium coelestium” di Copernico, ambedue pubblicati nel 1543.
Gasparini individua un nucleo comune a partire dal concetto di Chora espresso da Platone nel Timeo: uno spazio potenziale, una matrice che sia in grado di ricevere gli impulsi del demiurgo e di sostanziare la potenzialità dell’idea attraverso il movimento e la materia. Essendo essa stessa dimensione, è dunque in grado di accogliere nel suo “parco” il grado minimo e massimo delle possibilità del cosmo.
Il catalogo della mostra verrà presentato a fine novembre, al rientro dell’artista da una residenza in India presso FARM Studio International Art Residency in Rajasthan, a cura della Kamal Art Foundation.
MARINA GASPARINI
“CHORA PARK”
FONDAZIONE COLLEGIO SAN CARLO – Sala dei Cardinali
VIA SAN CARLO 5 – MODENA
dal lunedì al venerdì, dalle ore 15:00 alle 19:00 – Ingresso libero
Informazioni su bit.ly/chorapark
fino al 10 dicembre 2018