Nel sogno di Pan. Sette pittori su Bocklin -

Dal 23 marzo 2019 Crazy March Gallery ospita una nuova collettiva dal titolo Nel sogno di Pan – Omaggio ad Arnold Bocklin. La mostra curata da Simona Gatto e dal critico Robertomaria Siena testimonia ancora una volta delle ricerche figurative contemporanee che guardano ai maestri del passato e si pone in linea con la direzione curatoriale dello spazio, attento a testimoniare la crescita e l’evoluzione di queste nuove, eppur così antiche, istanze pittoriche. L’esposizione è un tributo al grande maestro simbolista ottocentesco attraverso la ricerca di sette pittori contemporanei: Roberto Ferri, Adriano Fida, Daniela Astone, Alessandro Sicioldr, Gianluca Sità, Mihail Dinisiuc e Lorenzo Romani. Il percorso, invece, riporta all’attenzione del pubblico l’eleganza ed i miti raccontati da Bocklin nei suoi dipinti, tra paesaggi sospesi nel tempo e nello spazio e personaggi in bilico tra sogno e realtà. Scrive il critico Siena “I pittori, di cui parleremo pensano all’arte come fenomeno verticale; di conseguenza si pronunciano contro l’orizzontalismo che caratterizza la quasi totalità delle scelte compiute dalle Neoavanguardie, cioè dall’ortodossia estetica imperante. L’orizzontalismo, in realtà, è una falsa democrazia perché inchioda l’artista ed il fruitore a quella esistenzialità dispersa nella quale ambedue sono immersi. Gli innamorati di Böcklin, al contrario, puntano a tenere desto il “castello dell’anima”. Opera guida della mostra è naturalmente L’isola dei morti, cardine dell’immaginario figurativo novecentesco e silente testimone di simboli celati (disse l’autore ““Essa deve produrre un tale silenzio che il bussare alla porta dovrebbe far paura.”), ma anche la natura, mistica e assoluta, ritorna nei pochi ma densi lavori. La collettiva, infatti, ha il pregio di non puntare sulla quantità ma di focalizzarsi su opere centellinate, sovrabbondanti nei loro messaggi, le quali invitano il fruitore a non soffermarsi solo sulle forme ma anche sui messaggi, su un “altrove” mediterraneo ignoto, agevolando questa immersione nell’idea della mostra.