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Silvia Celeste Calcagno, la sua project room al Museo Villa Croce di Genova

Amalia Di Lanno

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Lo scorso 19 gennaio 2017 è stata inaugurata presso il Museo d’arte contemporanea di Villa Croce di Genova, la mostra personale dell’artista albissolese Silvia Celeste Calcagno. IF (but I can explain), è il titolo della esposizione, a cura di Alessandra Gagliano Candela, studiata site-specific per la Project Room al primo piano del Museo. Partendo da un lavoro autobiografico, l’artista evoca una condizione di sospensione, in cui il corpo di donna vive o sopravvive.

Ecco come Silvia Celeste Calcagno racconta il progetto ‘IF’:

«E allora, a Villa Croce ora vive la mia realtà, o meglio, quella che è stata la mia realtà per alcuni anni di transizione, anni legati a persone che sono entrate e uscite dalla mia vita, meccanismi interrotti, equilibri che invece hanno raggiunto una stabilità. E poi a ritroso nei ricordi, a scavare tagliando con un bisturi affilato il tempo, la memoria, i feticci, i luoghi comuni, le rose, il peso delle cose, la mia mania per l’accumulo di oggetti che entrano poi a far parte a tutti gli effetti di una inanimata famiglia. La solitudine plasmata dal silenzio con una eco dolce, la mia ossessione rispetto alla volontà di una eterna ricerca innata di una non stabilità, l’unica cosa che mi garantisce il calore e che mi fa respirare, l’incertezza dei rapporti umani e la certezza degli oggetti sono i pesi e le misure del mio stare. Avevo la necessità di vedermi avvolta, una sorta di horror vacui, di non avere neanche più uno spazio fisico e mentale a disposizione, avvolta da un tutto che stringe, che tiene forte stretta, che non abbandona, che è impresso a fuoco che non morirà, nonostante la caducità della vita, nonostante la brevità dell’esistenza di un fiore, il mio, il Giglio, “Just lily”. Subito, subito questo giglio che ha una vita breve, ma ha la caratteristica di non perdere i petali, non secca come le rose, le mie centinaia qui presenti, secche, accumulate negli anni, con la testa all’ingiù, chine ma presenti in questa mia casa, un luogo fortemente connotato, un appartamento costruito negli anni ‘70, un luogo che ora potrò lasciare, perché è riuscito a vivere altrove, allora sì che posso, nell’intimo, dirgli Addio. Nel mantra da me scritto, scrivo molto, recitato in inglese (da una voce maschile) avevo bisogno di un certo distacco stilistico e umano rispetto al mio testo e alle cose che dico. Scrivo di constatazioni oggettive e di constatazioni “liriche” chiedendo con ironia e ferocia un pochino di silenzio, mi rivolgo ad un uomo, ad un essere umano altro, come fosse egli stesso un oggetto Vuoi star zitto per favore? su tutte le mie realtà, sulle mie banalità, sulle certezze, sui dolori, sugli amori, Vuoi star zitto per favore? Una preghiera laica e compulsiva, nata come ogni mio mantra di getto, senza troppi ripensamenti, come la vita spesso richiede.

Air fermé, un’aria chiusa, notifica lo stare attraverso una camera fissa, durante una residenza d’artista a Milano. In quei mesi prevedevo incredibili difficoltà, legate al mio quotidiano, all’incapacità di dormire in luoghi che non conosco, l’insonnia cronica è una mia ormai dolce compagna di viaggio. Avevo dunque bisogno di racchiudere e rinchiudere, di guardare ciò che accadeva fuori ossessivamente, proprio perché in quella corte quadrata, dove il cielo sembrava estrapolato da un quadro impressionista, sembrava non accadere quasi nulla, ma sempre accade, sempre ciò che pare immobile si muove, la notte giungeva tenuta d’occhio dalla telecamera, le prime luci delle case si accendevano, le persone, forse iniziavano a dialogare nei loro spazi della quotidianità, ma soprattutto io, attraverso quel video sono riuscita a rimanere, sono poi riuscita anche piano piano, ad abituarmi alla notte, sono riuscita ad accettare di respirare lontana dai miei oggetti d’affezione.

IF, Se, ma ti posso spiegare, se guardo bene, nonostante tutte le incertezze, posso trovare il modo di accettare/accettarmi». SCC

Silvia Celeste Calcagno (Genova, 1974), Vive e lavora ad Albissola (Savona). Ha esposto in importanti eventi a livello nazionale e internazionale, tra i quali ricordiamo: GNAM Galleria Nazionale Arte Moderna Roma, Biennale Internationale Contemporaine, Musée Magnelli, Vallauris, ECC 2014 Danish Prize Art, Kontakt Bornholms Kunstmuseum. È seguita da importanti gallerie italiane e ha vinto, come prima donna italiana dalla storia del concorso, il Primo Premio al 59° Faenza Prize.

Scheda tecnica
Museo d’Arte Contemporanea Villa Croce, Genova
Silvia Celeste Calcagno. If (but I can explain)
a cura di Alessandra Gagliano Candela
fino al 19 febbraio 2017

Museo d’Arte Contemporanea Villa Croce
Via Jacopo Ruffini, 3
16128 – Genova
www.villacroce.org

orario visite
giovedì-venerdì: 12:00 – 19:00
sabato-domenica: 10:00 – 20:00

La mostra è accompagnata da un catalogo che documenta il progetto, pubblicato da Nomos editore, con un’intervista di Ilaria Bonacossa all’artista, testi di Alessandra Gagliano Candela e Angela Madesani. Il catalogo verrà presentato nel corso dell’esposizione.

credit audio Could you please stop talking? a cura di Fausto Balbo
credit fotografia in catalogo di Luigi Cerati e Alberto Messina

Ufficio stampa per Silvia Celeste Calcagno
Amalia Di Lanno www.amaliadilanno.com – info@amaliadilanno.com

Immagine in evidenza: credit Luigi Cerati, 2017

Tags: amalia di Lanno la sua project room al Museo Villa Croce di Genova Museo Villa Croce Silvia Celeste Calcagno

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