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Il filo della vita – Il libro Inventarium a La Mole di Ancona

La sera, per seguire mio marito nelle sue passioni, ci infilavamo nelle stalle insieme agli impiegati, le pulivamo, mungevamo vacche e mangiavamo sdraiati sulle balle di fieno. Dopo ci si faceva la doccia e si andava a letto. Io a volte osavo dire a mio marito: “puzzi di stalla!”. E lui mi diceva: “non hai capito niente, questo è il più bel profumo del mondo!”. E devo dirti che effettivamente due sono i profumi che ricordo sulla pelle di mio marito. La lavanda Atkinson e l’odore di stalla che non andava via neppure dopo la doccia. Mi mancano. Queste le ultime parole della registrazione audio che ha aperto la presentazione di Inventarium, libro dell’artista Giovanni Gaggia, edito da Maretti Editore, a cura di Serena Ribaudo con poesie di Davide Quadrio, che si avvale inoltre di un testo dell’Onorevole Daria Bonfietti, Presidente dell’Associazione Parenti delle Vittime della Strage di Ustica, da sempre vicina al progetto. Si è tenuta sabato 19 novembre a La Mole di Ancona. Presenti l’artista, la curatrice del libro, Paolo Marasca, Assessore alla Cultura e Politiche Giovanili del Comune di Ancona, Luisa e Tiziana Davanzali, figlie dell’anconetano Aldo Davanzali, Presidente della compagnia aerea Itavia, e Antonio Bovolato, Presidente dell’Associazione “Noi dell’Itavia”.

La voce della signora Fortuna Piricò, vedova Davì, sovrasta improvvisamente il bisbigliare di un pubblico in attesa dell’inizio della presentazione, che si ritrova immediatamente catapultato nel passato, precisamente al 27 giugno 1980, giorno in cui il DC-9 dell’Itavia è precipitato e scomparso nel mare di Ustica, in volo da Bologna a Palermo. In quell’occasione persero la vita 81 persone, tra le quali il signor Davì. L’ottantaduesima vittima fu di certo Itavia, che chiuse i battenti nel dicembre del 1980: sotto le sue ali l’intera famiglia Davanzali e tutti i dipendenti della compagnia aerea che al tempo si ritrovarono senza occupazione. Inventarium è il progetto di Giovanni Gaggia che racconta, attraverso il linguaggio dell’arte, questa tragica vicenda, tiene viva la memoria di un accaduto dopo una buona dose di silenzio e omertà di uno Stato che ha celato per anni la verità. L’artista inizia il percorso nel 2010, anno in cui realizza tavole che rappresentano gli oggetti rinvenuti nel mar Mediterraneo a seguito della Strage, unendo al disegno a matita la traccia ematica di un cuore animale pulsante, fino ad arrivare al 2015 e alla mostra personale ospitata nella Cavallerizza di Palazzo Costantino Di Napoli a Palermo, per poi concludere con una performance presso la Gallleriapiù di Bologna. Da Palermo a Bologna, all’interno della Sala Box de La Mole, l’artista e la curatrice del libro, raccontano il “volo inverso” alla presenza dei vivi, di chi è rimasto, di chi ha lottato per trent’anni, anni di inchieste, indagini, ricostruzioni, accuse e ricorsi. Emozionante l’energia, la sensibile vicinanza dell’artista, la sofferenza di anni di battaglie quotidiane, tutti racchiusi nello splendore di occhi luminosi per quanto stanchi, di sguardi che non hanno mai smesso di credere e che sono esempio di grande forza e simbolo di resilienza.

Dopo il discorso di Luisa Davanzali, il suo ringraziamento a Giovanni Gaggia e all’arte, e l’intervento di Antonio Bovolato, Serena Ribaudo ha introdotto l’azione di chiusura: i nove sassolini che durante la performance a Bologna Giovanni Gaggia aveva casualmente adagiato a terra, gesto legato alla pratica esequiale di tradizione ebraica, son stati affidati ai cari di Aldo Davanzali e alle persone molto vicine all’Itavia, per essere appoggiati sul tavolo della Sala. Il ricordo di chi è scomparso è presente. Così come il sasso che è stato custodito, la memoria è conservata in quelle menti e in quei cuori per continuare a tessere il filo della vita, con il sostegno dell’arte.

Giovanni Gaggia sarà in mostra a Ferrara alla Galleria FabulaFineArt dal 9 dicembre 2016 al 30 gennaio 2017.

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