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La nostra storia guarda avanti

Maria Letizia Paiato

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Fra le parole più affascinanti della lingua italiana, e del mondo, storia senza dubbio occupa un posto privilegiato. Densa di significato, nella sua etimologia albergano i concetti di ricerca, d’indagine e di sapere, narrando fatti che solo il tempo futuro può valutare e giudicare con cognizione e obiettività. Storia è quella parola che innegabilmente si accompagna e segue le vicende della Rivista Segno, dunque dell’arte contemporanea dal 1976 in poi e che, dopo quasi mezzo secolo di vita, oggi ne fissa il carattere dominante determinato dal fatto di essere fra le più longeve, durature e attive riviste di settore, nate contestualmente alle neoavanguardie degli anni settanta. In questa storia, come una matriosca, si aprono milioni di accadimenti che riguardano artisti, critici dell’arte, galleristi, studiosi e appassionati e anche giovani alle prime prove di scrittura. Storie di persone divenute nel tempo importanti figure dell’arte – i cui nomi a leggerli fanno venire i brividi – e che lasciano intuire l’indole militante e le grandi intuizioni che Umberto Sala e Lucia Spadano, sin dal principio, hanno sempre messo in campo con forte passione e lungimiranza.

Vivere nel flusso di questa storia non è sempre facile e qualche volta questa eredità non è comoda da gestire. Il mio incontro con Segno, quasi casuale, risale agli anni di studio e, maturato nella più autentica spontaneità, oggi mi vede in prima persona, con Roberto Sala e vecchi e nuovi collaboratori, orgogliosamente impegnata in questa riflessione, con l’obiettivo di tracciare linee guide future e condurre la storia di questo gioiello dell’editoria d’arte italiana nel nuovo millennio.

Come dicevo poc’anzi, spesso la storia, per quanto meravigliosa e se importante come in questo caso, può anche essere ingombrante. Negli ultimi anni, avvalendoci dei consigli di chi la rivista l’ha costruita e vissuta, di chi l’ha conosciuta in tempi lontani ma anche recenti, e soprattutto del giudizio dei più giovani, organizzando incontri dedicati alla comunicazione dell’arte, finalizzati più ad imparare che a insegnare, è maturata l’esigenza di un nuovo investimento sul web che oggi vede un portale completamente rinnovato sia nel suo aspetto grafico che nei contenuti.

Non c’è bisogno di spiegare come online e cartaceo abbiano esigenze differenti; il primo, in particolar modo, così ci insegnano gli esperti del settore, orientato più alla cronaca che alla critica. Certamente nel nuovo Segnonline tale aspetto sarà mantenuto. Non mancheremo di selezionare le notizie più importanti dell’arte e commentarle ma solo questo non può essere il nostro vestito. La ricerca, l’indagine e il sapere sono la nostra identità, la critica il nostro pane e le persone, sia quelle stabili in redazione sia quelle che contribuiscono episodicamente, un gruppo aperto e libero che nella scrittura e nella riflessione agiscono per produrre pensiero.

Creare pensiero è ciò che ci interessa di più. Controcorrente, pertanto, e diversamente da chi insiste per un online di veloce fruizione, proporremo lunghi editoriali e recensioni, invitando le persone ad una lettura impegnata anche allo schermo. Questo sia perché rispetta l’anima originale della rivista e sia perché risponde a un’esigenza etica che sentiamo nostra. Non ci serve rincorrere le mode tantomeno il mercato e, sebbene il dovere di informare e documentare resta importante, quello di approfondire è prioritario.

Ci interessa una critica d’arte autentica, indispensabile all’esercizio del pensiero, una critica che per essere tale si contrappone per definizione al concetto di breaking news, necessitando di un tempo meditativo più lungo e ponderato per essere scritta ed esercitata. Per ciò Segnonline proporrà una sezione editoriali dove troveranno spazio riflessioni di cultura generale, saggi e contributi scientifici su argomenti eterogenei che, oltre all’arte, toccheranno l’etica, la comunicazione, l’antropologia e l’estetica. Non mancheranno, come è ovvio che sia, interventi sui grandi eventi come Biennali, Fiere Internazionali, grandi mostre, spaccati sul mercato dell’arte e i suoi meccanismi, aprendo le porte anche a studiosi ed esperti esterni cui offriamo il libero spazio delle nostre pagine. Ci occuperemo inoltre di iniziative alternative che interessano spazi indipendenti, progetti originali ed esperienze che nascono dal basso rimarcando in tal senso lo spirito militante di Segno. Infine, si struttura anche in modo organico la sezione rubriche che, seguendo queste indicazioni vedrà un’apertura verso la didattica e molta attenzione ai giovani artisti sui quali intendiamo scommettere, certi che saranno loro a scrivere con noi la storia futura della rivista, augurando loro di costruire carriere importanti come in passato è stato per tanti di cui abbiamo documentato gli esordi.

La Rivista Segno cartacea, giunta al numero 274, continuerà ad essere regolarmente pubblicata e il suo sommario consultabile sul sito www.rivistasegno.eu sul quale, nei prossimi mesi saranno anche consultabili i primi e storici numeri della rivista, in modo da offrire ai giovani ricercatori uno strumento open sourse utile e necessario agli studi.

Guardare la Storia è guardare avanti!

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