Skip to content
Rivista Segno

Rivista Segno

Attualità Internazionali d'Arte Contemporanea

Primary Menu
  • Segno
    • Nell’ultimo numero
    • Redazione
  • Abbonamenti
    • Abbonamento regalo rivista Segno
  • Pubblicità
    • Specifiche pubblicità
    • Formati
    • Banner
  • Contatti
  • Segno TV
  • Segno digitale
  • Archivio eventi
  • Home
  • Notiziario
  • YTALIA: TUTTO è NULLA – Al Forte Belvedere di Firenze
  • Notiziario

YTALIA: TUTTO è NULLA – Al Forte Belvedere di Firenze

Luca Sposato

Condividi:

  • Stampa
  • E-mail
  • Facebook
  • Twitter

GINO DE DOMINICIS (Ancona, 1947 - Roma, 1998) Calamita Cosmica Fine anni 80 . Ferro, polistirolo, gesso, vetroresina, vernice sintetica. Courtesy Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno (opera esposta al Forte di Belvedere)

Qualche nostalgico e austero fiorentino ancora rievoca il sestennio in cui Firenze legò istituzionalmente e romanzescamente la sua sorte a quella della nascitura Italia, divenendone Capitale. La tendenza protezionistica, dal punto di vista artistico, che pittura storicamente il capoluogo toscano e la percezione dei suoi abitanti, ha talvolta comportato nell’accoglienza del contemporaneo uno spiacevole ritardo, compensato con scelte fulgide e coraggiose: due esempi su tutti, l’esposizione di Henry Moore a Forte Belvedere e la “tempesta” Barocca portata da Pietro da Cortona nella Stanza della Stufa di Palazzo Pitti. Frutto spontaneo e dal sapore selvatico di questo retaggio culturale risulta essere la mostra Ytalia, in programma fino al 1 Ottobre, ideata e curata da Sergio Risaliti.

Un’ esposizione complessa, Barocca per l’appunto, ampia nelle dimensioni quanto nelle intenzioni, toccando le più importanti istituzioni museali fiorentine, Palazzo Vecchio, Galleria degli Uffizi, Santa Croce, Museo Marino Marini, Giardino di Boboli, Museo del Novecento, culminante nel panoramico e villeggiato Forte del Belvedere dove sono stati collocati, indiscutibilmente, dodici delle più imponenti firme italiche della Storia dell’arte Contemporanea: Mario Merz (1925-2003), Giovanni Anselmo (1934), Jannis Kounellis (1936-2017), Luciano Fabro (1936-2007), Alighiero Boetti (1940-1994), Giulio Paolini (1940), Gino De Dominicis (1947-1998), Remo Salvadori (1947), Mimmo Paladino (1948), Marco Bagnoli (1949), Nunzio (1954), Domenico Bianchi (1955).

Un pullulare di Stelle e pianeti ospitanti che donano forma a questa rete di connessione, intricata, certamente, eppure necessaria per definirne la trama e lasciare filtrare la luce nei punti giusti; luce di una conoscenza fruita mutevolmente, lasciando lo spettatore, senza troppe indicazioni, libero di contemplare un’offerta affatto narrativa, ma semplicemente immanente: una sorta di All you can see.

Oltre alla forma lussureggiante, si diceva, Ytalia appare eterogenea anche nelle intenzioni curatoriali, manifestando una lettura profonda e gustosamente citazionista, a cominciare dal titolo, riportato su una vela della Basilica superiore di San Francesco ad Assisi, affrescata da Cimabue intorno al 1280, punto di partenza di un noto saggio di Federico Zeri, La percezione visiva dell’Italia e degli italiani, 1976, quasi a collegarsi con due passati, uno remoto ed uno (im)perfetto.

Il corto cicuito temporale si evince persino nell’allestimento hollywoodiano, particolarmente nel dialogo tra la colossale Calamita Cosmica di De Dominicis e il profilo di Santa Maria in Fiore, sintesi metonimica di Firenze stessa, così come Cimabue ingegnò per rappresentare Roma (l’equazione Roma = Ytalia era dovuta, vista la commissione papale di Niccolo III).

Connessioni temporali e ambientali, volte a stimolare un effetto emozionale ed equilibrato, un caos calmo decisamente riflettente l’attualità, si tratti di contesti interni, come gli eccelsi quadri “arazzi” di Paladino e Merz, o esterni, come il Noli me tangere realizzato da Marco Bagnoli, talmente promettente che persino i merli sembrano dialogare all’unisono.

La ricchezza oggettiva e intellettuale dell’esposizione, fortemente ancorata alla filosofia di Eraclito, crea, proprio per questo, un vago sentore di Nulla: l’abbondanza dell’offerta, dove Tutto è connesso e perfettamente in equilibrio, offre allo spettatore la consapevolezza del Vuoto, necessaria per bilanciare la pienezza della mostra, ricordando come il Tutto si regge sull’opposizione dei contrari (Polemos). Consapevolezza, quindi, che rispecchia un presente devastante, perchè l’Arte trova affermazione solo nella sua vaquità, celebrando l’affermazione leopardiana che “Tutto è Nulla” e stigmatizzando, in un sublime Memento Mori, la Bellezza come uno scheletro senza Carne.

MARCO BAGNOLI ( Empoli 1949) Si sedes non is, 1989 – 2017. Ferro, resina. Courtesy dell’artista (opera esposta al Forte di Belvedere)
MARCO BAGNOLI ( Empoli 1949) Si sedes non is, 1989 – 2017. Ferro, resina. Courtesy dell’artista (opera esposta al Forte di Belvedere)
ALIGHIERO BOETTI (Torino, 1940 - Roma, 1994) Senza Titolo 1994 Tappeto in lana e cotone Courtesy Collezione Bertinetti, Torino Sulle pareti: MIMMO PALADINO (Paduli, Benevento, 1948) Parade 1985 Tecnica mista su tela Courtesy Giacomo e David Poleschi (opere esposte al Forte di Belvedere) MARIO MERZ (Milano, 1925 - Torino, 2003) Testuggine 1980 Olio su tela Courtesy Collezione Merz, Torino
ALIGHIERO BOETTI (Torino, 1940 – Roma, 1994) Senza Titolo 1994 Tappeto in lana e cotone Courtesy Collezione Bertinetti, Torino Sulle pareti: MIMMO PALADINO (Paduli, Benevento, 1948) Parade 1985 Tecnica mista su tela Courtesy Giacomo e David Poleschi (opere esposte al Forte di Belvedere) MARIO MERZ (Milano, 1925 – Torino, 2003) Testuggine 1980 Olio su tela Courtesy Collezione Merz, Torino
GINO DE DOMINICIS (Ancona, 1947 - Roma, 1998) Calamita Cosmica Fine anni 80 . Ferro, polistirolo, gesso, vetroresina, vernice sintetica. Courtesy Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno (opera esposta al Forte di Belvedere)
GINO DE DOMINICIS (Ancona, 1947 – Roma, 1998) Calamita Cosmica Fine anni 80 . Ferro, polistirolo, gesso, vetroresina, vernice sintetica. Courtesy Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno (opera esposta al Forte di Belvedere)
LUCIANO FABRO (Torino, 1936 - Milano, 2007) Io rappresento l'ingombro dell'oggetto nella vanità dell'ideologia (Lo Spirato), 1968 – 1973. Marmo Paonazzo Courtesy Collezione privata, Milano (opera esposta nella Cappella dei Pazzi in Santa Croce)
LUCIANO FABRO (Torino, 1936 – Milano, 2007) Io rappresento l’ingombro dell’oggetto nella vanità dell’ideologia (Lo Spirato), 1968 – 1973. Marmo Paonazzo Courtesy Collezione privata, Milano (opera esposta nella Cappella dei Pazzi in Santa Croce)
MIMMO PALADINO (Paduli, Benevento, 1948) Dormienti e Coccodrilli, 1999. Terracotta, sonoro. Courtesy dell'artista ( opera esposta al Museo Marino Marini)
MIMMO PALADINO (Paduli, Benevento, 1948) Dormienti e Coccodrilli, 1999. Terracotta, sonoro. Courtesy dell’artista ( opera esposta al Museo Marino Marini)
GIULIO PAOLINI (Genova, 1940) Casa di Lucrezio 1981. Calchi in gesso, tessuti, frammenti di tavoletta in gesso incisa, legno. Courtesy Collezione privata (opera esposta a Palazzo Vecchio)
GIULIO PAOLINI (Genova, 1940) Casa di Lucrezio 1981. Calchi in gesso, tessuti, frammenti di tavoletta in gesso incisa, legno. Courtesy Collezione privata (opera esposta a Palazzo Vecchio)
MARIO MERZ (Milano, 1925 - Torino, 2003) Igloo, 1991. Ferro, morsetti, pietre. Courtesy Collezione Merz, Torino (opera esposta al Forte di Belvedere)
MARIO MERZ (Milano, 1925 – Torino, 2003) Igloo, 1991. Ferro, morsetti, pietre. Courtesy Collezione Merz, Torino (opera esposta al Forte di Belvedere)
JANNIS KOUNELLIS (Pireo, 1936- Roma, 2017) Senza Titolo. 2005 Piombo, tessuto, terra, cactus. Courtesy Damiano Kounellis (opera esposta a Palazzo Vecchio)
JANNIS KOUNELLIS (Pireo, 1936- Roma, 2017) Senza Titolo. 2005 Piombo, tessuto, terra, cactus. Courtesy Damiano Kounellis (opera esposta a Palazzo Vecchio)
Tags: Alighiero Boetti (1940-1994) Domenico Bianchi (1955) Gino De Dominicis (1947-1998) Giovanni Anselmo (1934) Giulio Paolini (1940) Jannis Kounellis (1936-2017) Luca Sposato Luciano Fabro (1936-2007) Marco Bagnoli (1949) Mario Merz (1925-2003) Mimmo Paladino (1948) Nunzio (1954) Remo Salvadori (1947) YTALIA: TUTTO è NULLA - Al Forte Belvedere di Firenze

Continue Reading

Previous: L’arte di farsi rispettare (dalla politica siciliana)
Next: La moda della morte dell’arte

Potrebbe interessarti anche

Chiara Fumai | As Walls Keep Shifting
  • Notiziario

Chiara Fumai | As Walls Keep Shifting

Maria Vinella
Fondazione Biscozzi / Rimbaud
  • Notiziario

Fondazione Biscozzi / Rimbaud

Comunicato Stampa
Pistoletto La nostra storia guarda avanti
  • Notiziario
  • Rivista
  • Segno Story

La nostra storia guarda avanti

Maria Letizia Paiato
unnamed-63 Giovanna Cassese riconfermata come Presidente dell’ISIA di Faenza
  • Notiziario

Giovanna Cassese riconfermata come Presidente dell’ISIA di Faenza

Redazione
Eva Marisaldi, immagine guida XV Giornata del contemporaneo, 2019. AMACI: XV GIORNATA DEL CONTEMPORANEO
  • Anticipazioni
  • Notiziario

AMACI: XV GIORNATA DEL CONTEMPORANEO

Redazione
De Chirico, Giorgio (1888-1978): Ariadne, 1913 New York Metropolitan Museum of Art *** Permission for usage must be provided in writing from Scala. De Chirico a Palazzo Reale di Milano
  • Notiziario

De Chirico a Palazzo Reale di Milano

Redazione

È online il nuovo sito

Compra l’ultimo numero

Segno 279

Segno 279 - Dicembre/Gennaio 2021

segnonline

Segnonline
#segnoextra Alla mostra "Italia inattesa" presso P #segnoextra Alla mostra "Italia inattesa" presso Palazzo Barberini promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea @creativita_contemporanea
#segnoextra Alla mostra "Italia inattesa" presso P #segnoextra Alla mostra "Italia inattesa" presso Palazzo Barberini promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea @creativita_contemporanea #segnoc'è
Su Telescopio 46 di oggi trovate il mio contributo Su Telescopio 46 di oggi trovate il mio contributo critico.. Buona lettura e grazie mille a @larafacco_press @masbedo @segnonline @goldschmied_chiari @galleriapoggiali @gamec_bergamo
#segnoextra Alla mostra "Locus" di Tomaso Binga a #segnoextra Alla mostra "Locus" di Tomaso Binga a cura di Antonello Tolve e Stefania Zuliani  presso la Fondazione Filippo e Bianca Menna di Roma @antolve #segnoc'è
#segnoextra Alla mostra "Toccante" di @ornaghipres #segnoextra Alla mostra "Toccante" di @ornaghiprestinari presso @stregisrome sede romana di @galleriacontinua
#segnoextra Alla mostra "Una storia per il futur #segnoextra Alla mostra "Una storia per il futuro. 10 anni di MAXXI" @museomaxxi #segnoc'è
La nuova sede di @materia_gallery_rome con la most La nuova sede di @materia_gallery_rome con la mostra "Carie" di Stefano Canto a cura di @benassigiuliana
Stasi Frenetica - Palazzo Madama @artissimafair @ Stasi Frenetica - Palazzo Madama 
@artissimafair @palazzomadama #stasifrenetica #artissima2020 #palazzomadama #torino #segnocè
#segnoextra @francesca.demarinis76 Una rondine non #segnoextra @francesca.demarinis76 Una rondine non fa primavera, due si. #segnocè
Carica altro… Segui su Instagram

Articoli Recenti: Segnonline

MUFOCO: ‘RITRATTO PAESAGGIO ASTRATTO’

MUFOCO: ‘RITRATTO PAESAGGIO ASTRATTO’

62mo Premio Termoli

62mo Premio Termoli

Cristina Acidini e l’eredità dell’Accademia delle Arti e del Disegno

Cristina Acidini e l’eredità dell’Accademia delle Arti e del Disegno

Lionel FAVRE, “Chao Ad Ordo”

Lionel FAVRE, “Chao Ad Ordo”

Seppellire e seminare – L’attitudine sciamanica di Si On

Seppellire e seminare – L’attitudine sciamanica di Si On

Cerca

Privacy e cookie: Questo sito utilizza cookie. Continuando a utilizzare questo sito web, si accetta l’utilizzo dei cookie.
Per ulteriori informazioni, anche su controllo dei cookie, leggi qui: Informativa sui cookie
© Rivista Segno. Tutti i diritti riservati - c.f. 91044050689 - p.i. 01464240686 - amministrazione@pec.rivistasegno.eu | Magnitude by AF themes.
loading Annulla
L'articolo non è stato pubblicato, controlla gli indirizzi e-mail!
Verifica dell'e-mail non riuscita. Riprova.
Ci dispiace, il tuo blog non consente di condividere articoli tramite e-mail.