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La solitudine del curatore #1

Tempo fa soggiornai a Milano poiché dovevo recensire alcune mostre. Trovandomi nell’estremo nord italiano (per me, individuo provinciale, è davvero estremo), decisi di far vista a un pittore molto importante che vive in provincia di Cremona; sapendo della sua discrezione, preferisco non scrivere il suo nome.

Giunto stranamente in anticipo alla stazione Garibaldi (in realtà avevo perso il treno delle 10:00 di un minuto, e un’ora mi distanziava dalla corsa successiva), mi diressi in libreria. Vagabondando tra gli scaffali fui colpito da una copertina viola a bordo bianco, con tanti piccoli damerini in giacca giallognola, papillon nero e occhialini. Si trattava di “Curatori d’assalto”, di David Balzer, vicedirettore della rivista Canadian Art.

Leggermente in crisi se acquistarlo o vertere per “Nanna” di Fechner, preferii sbagliare e, rifugiato al bar, strappai il cellophane che ricopriva il libro e iniziai a leggere queste parole: «Si parla […] di curazionismo, neologismo che gioca sull’assonanza con creazionismo e che richiama il suo legame con il fervore religioso, con la creazione divina e con le grandi narrazioni. Ormai termini come “curare”, “curatoriale”, “curatela” e derivati sono sulla bocca di tutti. […] Il curazionismo quindi è una spinta crescente a curare che sente l’urgenza di imporsi come modalità dominante di pensiero e comportamento».

Il libro fu chiuso quando terminai di bere il caffè. Lo differenziai nell’apposito contenitore della carta, all’uscio del bar. Poi il treno per Treviglio partì, e finalmente potei sfogliai Fechner.

Da tempo cerco di comprendere questa figura professionale attraverso i libri. Uno dei primi che lessi fu “Fare una mostra”, di HUO; poi “Curator”, di Francesco Bonami; e poi altri ancora, di cui non ricordo nemmeno il nome. Epperò il loro destino è sempre stato lo stesso: il contenitore della carta.

Adesso la curatrice Katiuscia Pompili sta proponendo una riflessione itinerante sull’arte contemporanea concentrandosi sulla “presenza” del curatore. A metà tra trattato antropologico per immagini e progetto artistico indipendente, il suo “La solitudine del curatore #1” ha avuto il primo appuntamento a Palermo, presso Kaoz, all’interno degli eventi collaterali di Manifesta 12, con le opere degli artisti Lia Cecchin, Giuseppina Giordano, Filippo Leonardi, Leonardo Remor, Davide Sgambaro, g. olmo stuppia.

«”La solitudine del curatore” – dichiarano nel comunicato – è il titolo di un capitolo del libro Esposizioni: emergenze della critica d’arte contemporanea di Stefania Zuliani, docente dell’Università di Salerno, che fa il punto sulla figura del curatore dalla fortuna degli anni Novanta alla crisi del nuovo millennio. Titolo evocativo che ha ispirato questo progetto itinerante, il quale farà la sua prima tappa a Palermo. Un’esposizione in progress che inizia con l’atto della selezione delle opere da riporre in un bagaglio a mano e si concretizza grazie a un complesso gioco di connessioni sul territorio».

Di certo oggi l’arte contemporanea è un problema fenomenologico: perché è ovunque, perché non è da nessuna parte, perché è priva di contenuto, perché… esiste e non dovrebbe.

Ecco, forse è l’arte che soffre di solitudine: lei, che per secoli ha fatto compagnia all’uomo, da lui non ha ricevuto altro che sguardi. Un paradosso, no?

La solitudine del curatore #1
a cura di Katiuscia Pompili / in co – curatela con Dimora Oz e Sasvati Santamaria

Contributi critici
Vincenzo Estremo, Stefano Taccone

Sede KAOZ, via Francesco Riso, 55 (p.zza Magione), Palermo

Info Pubblico e Ufficiali
+39 3408966376 / + 39 3386177801 info@dimoraoz.it; www.dimoraoz.it; www.facebook.com/dimoraoz/ www.instagram.com/lasolitudinedelcuratore/

Comunicazione e contatti per la stampa
llenia Vecchio+39 3386301380 lasolitudinedelcuratore.press@gmail.com, ileniavecchio1@gmail.com

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Dario Orphée La Mendola

Nato ad Agrigento. Maturità scientifica. Laurea magistrale in filosofia. Insegna Estetica ed Etica della Comunicazione presso l'Accademia di Belle Arti di Agrigento e Progettazione delle professionalità presso l'Accademia di Belle Arti di Catania. Critico e curatore indipendente. Collabora con numerose riviste, scrivendo di arte, estetica, filosofia della natura e filosofia dell'agricoltura. Si sta occupando dello studio del sentimento, di gnoseologia dell'arte, estetica della natura e scienze naturali.